Forse, sono molti coloro i quali non conoscono o non ricordano più l’ambizioso progetto di partenariato tra il Comune di Giovinazzo con quello di Tricase (Le) e la popolazione greca di Corfù dal titolo: “Promozione e Valorizzazione della cultura marittima”, Acronimo -MAGNA GRECIA MARE-. L’idea fondante della iniziativa era la valorizzazione delle comunità della pesca e della cultura popolare dei tre centri marinari riscoprendo gli antichi mestieri e le loro attrezzature, le tecniche tradizionali della pesca, le tipologie di imbarcazioni e le rotte, come pure le modalità di conservazione, preparazione e consumo del pesce locale, da rendere fruibile al turista che viaggia per mare. Tutto orientato a tracciare un’unica 'rotta', un percorso che legasse Tricase con Giovinazzo e Korission (mediante la costituzione del Consorzio Magna Grecia Mare), lungo il quale il turista del mare sarebbe approdato nelle piccole ed antiche realtà portuali di dette cittadine da guarnire anche con un locus museale.
Con questo mio scritto, richiamando anche gli interventi che hanno visto impegnato, non senza qualche difficoltà operativa, il nostro Comune, mi propongo di capire, ormai dopo oltre due anni dal suo avvio, quali siano stati i vantaggi conseguiti a detta importante iniziativa o, per lo meno, se la stessa abbia generato stimoli di interesse promozionale per una più distinta apprezzabilità della nostra offerta turistica a sostegno della realtà economica locale. Infatti, il progetto MAGNA GRECIA MARE era parte di un interessante programma innovativo d’investimento turistico interregionale Italia-Grecia, messo a punto dalla Comunità Europea con un impegno finanziario di oltre un Milione di Euro, per il 75% a proprio carico (Fondi FESR 2007-2013) e il restante 25% con fondi nazionali. A quella propensione europea di favorire la cooperazione transfrontaliera Italia-Grecia si ispirò l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari che elaborò, appunto, un piano di azioni rivolto alla promozione turistica marinara del basso Adriatico, presentato come -Magna Grecia Mare- e che trovò riconoscimento presso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale mediante l’assegnazione di una consistente assegnazione di risorse a sua copertura.
Alla realizzazione di quel progetto fu coinvolto anche Giovinazzo che, nell’ottobre del 2009, sottoscrisse un accordo di partenariato proposto dal citato Istituto Agronomico Universitario, insieme al Comune di Tricase, sul litorale del basso Adriatico, e Corfù sulla sponda greca. Cosicchè a novembre del 2012, incamerato il contributo, pari a € 118.000,00, spettante per il suo apporto in opere correlate al progetto, il nostro Comune, per il tramite dell’Assessore alla Cultura, Enzo Posca, redasse una scheda di interventi da portare a compimento entro la prima metà del 2014. Gli incombenti di cui si fece carico l’Amministazione Depalma furono riassunti in un articolato progettuale, approvato dalla Giunta comunale, teso a custodire e valorizzare i saperi e i sapori del patrimonio culturale dell’area costiera cittadina, così costituito da:
- una bibliomediateca del mare collegata con le altre due comunità;
- un porto museo da allestire con reperti di attrezzi d’imbarcazioni locali e di antichi mestieri marittimi nonché tracce di rotte marinare;
- un laboratorio in rete con quelli delle altre due località, da proporsi vedetta sulla conoscenza delle risorse locali per offrire prestazioni di ospitalità ai turisti (albergo diffuso), di recupero di ricette tradizionali con la degustazione di prodotti locali del mare e, infine, come polo di formazione per giovani da occupare nel settore.
L’allestimento museale e la creazione della bibliomediateca, furono portati a compimento entro i termini previsti dall’accordo sottoscitto, attraverso distinti bandi pubblici di acquisizione delle relative strutture e servizi relativi. Anche se, a onor del vero, quanto realizzato, non pare essere del tutto coerente con quanto ci si auspicava, secondo gli intenti dell’idea progettuale, specie se si consideri il ridotto rilievo impiantistico della mediateca e soprattutto la scarsa rispondenza delle strumettazioni navali messe in esposizione. Perciò sul marciappiede di via Marina furono impiantate alcune apparecchiature di navi mercantili che, all’epoca, fu possibile reperire, nonché la stele illustrativa dei traffici marittimi che le nostre antiche imbarcazioni ottocentesche a vela (trabaccoli e paranzelli) assicuravano tra le due sponde dell’arco costiero meridionale. Mentre presso la Vedetta, in punta alla linea occidentale delle mura cittadina, è stata insediata la biblioteca multimediale del mare, messa in opera dalla ditta Amra di Azzollini.
Tracaccoli dell'Adriatico
Per ciò che attiene, invece, la costituzione del cosiddetto “Laboratorio del Mare”, quale fulcro di attrattiva alla scoperta della tradizione culinaria nostrana e centro di formazione e di offerta di servizi di ospitalità turistica con i criteri dell’albergo diffuso, ebbe a incontrare notevoli intralci che portarono a procrastinare la sua attuazione. Infatti, i bandi pubblicati per ricercare un operatore che potesse provvedere all’erogazione di tanti servizi per il periodo di un quinquennio contrattuale, come previsionato dal carteggio progettuale, non diedero esiti soddisfacenti anche perché gli eventuali aspiranti all’aggiudicazione non erano disposti a destinare propri immobili da attrezzare per garantire le prestazioni del servizio da fornire.
22 luglio 2015: Depalma inaugura il Laboratorio del Gusto, allestito in Villa Spada
Fu così che, su indicazione dell’apparato dirigenziale, la Giunta decise di destinare diversi ambienti di Villa Spada (ex Parco Scianatico) per ospitare detto “Laboratorio del Mare” per cui si provvide a sdoppiare l’appalto in due lotti con disgiunte prestazioni che erano previste di competenza del laboratorio medesimo. Un servizio si sarebbe concretato nella progettazione e gestione del cosiddetto Laboratorio del Gusto con eventi di degustazione dei relativi prodotti del mare, l’altro, invece, avrebbe riguardato l’organizzazione di un punto informativo per il trattamento dei prodotti del mare su antiche ricette del posto insieme all’offerta di ospitalità turistica (spread hotel). Pertanto, Villa Spada, divenne sede del Laboratorio del Gusto il cui esercizio dopo una seconda gara di appalto fu affidato all’azienda giovinazzase S.a.s. Cri. Ro. P. Factory di Francesco Pugliese.
In occasione dell’inaugurazione del Laboratorio del Gusto intervenne il sindaco Depalma che ebbe ad affermare che quella struttura sarebbe divenuta un fulcro di diffusione culturale, grazie alla collaborazione con le scuole: «Magari proprio da qui nasceranno i nuovi talenti in cucina del domani. Questa idea funzionerà e mi fa piacere che arricchisca di ulteriori contenuti un luogo (Villa Spada) che rappresenta un polmone di vita per la nostra città».
ucina del Laboratorio del Gusto, allestita presso i locali di Villa Spada
Ormai, quell’articolato servizio, appaltato per un periodo di cinque anni, finanziato per dare concretezza a prospettive di qualificate offerte turistiche della nostra area cittadina in correlazione con le altre due città, è da tempo in esercizio, per cui si impone un riscontro di eventuali risultati che ne sono derivati da quella azione che ha richiesto un impegno di risorse notevoli. Ho già espresso sopra qualche riserva circa l’esposizione museale su via Marina ridotta a pochi reperti navali e di una certa ordinarietà, come pure alla bibliomediateca che, per la sua localizzazione non sembra suscitare alcun interesse di ricerca e di approfondimento della cultura del mare.
Il laboratorio del Gusto, invece, che cosa ha prodotto in questo primo periodo contrattuale? Quelle attese prospettate dal Sindaco all’atto dell’inaugurazione in che termini si sono rivelate fattibili? Per quanto poco si parli di tale struttura, che pur è costata tanto per sistemarla come location e per arredarla con le sue attrezzature, non sembra abbia suscitato offerte promozionali che puntino, com’è detto nel programma, ad incentivare una forma di turismo legato al mare valorizzando le relazioni storico-culturali Puglia-Grecia. Sembra ci si sia imbarcati in quella impresa di partenariato prendendo a carico l’attivazione e la gestione del Progetto e, perfino, l’istituzione del consorzio “Magna Grecia Mare” che raccogliesse in rete le tre municipalità, mai posto in essere, al solo scopo di poter spendere quelle cospicue assegnazioni di risorse finanziare.
La prospettiva, enunciata nel documento programmatorio, mirava a “custodire e valorizzare i saperi e i sapori del patrimonio socio-culturale delle coste e del mare” e offrire “opportunità di impiego e creazione di attività di microimprese nel settore turistico e nella ricettivita”. Il progetto - precisava ancora la nota- “nasce dalla consapevolezza che le coste italiane e greche sono da sempre il punto di partenza e approdo di rotte nautiche, che nei secoli hanno portato ad intensi scambi commerciali e culturali tra due culture dominanti del Mediterraneo: quella romana e greca, stabilendo una contaminazione, che oggi il progetto -Magna Grecia Mare- intende valorizzare”. Sembra che il tutto sia fermo solo a dette proposizioni senza che si sia prodotto niente di concreto, per cui il rischio è che, trascorso il periodo contrattuale di cinque anni, quelli arredi e ogni strutturazione messa in opera non avrà prodotto alcunchè di significativo.
Credo che, a fronte di risultati per nulla considerevoli, una qualche valutazione per verificare quali siano state le ragioni di tale fallimento e quali rimedi possano essere messi in campo perché quei finanziamenti non siano del tutto improduttivi debba essere fatta, specie da parte degli appaltatori cui era stata affidata la missione di promuovere azioni per una riqualificazione dell’offerta turistica locale in un circuito internazionale.
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