ALTRA MOSSA DI POTERE DEGLI UOMINI VENUTI DAL CAPOLUOGO.
E’ in via di conclusione la procedura per l’insediamento presso il Comune della Commissione Paesaggistica Locale, di cui al D.lgs. n.42/2004 -cosiddetto Codice dei beni culturali e del paesaggio-, o meglio, dal nome del ministro, “Codice Urbani”, in esecuzione della L.R. n. 20 del 07.10.2009 e s.m.i., concernente le “Norme per la pianificazione paesaggistica”. In seno alla Istituzione municipale, la Commissione si riunirà, di volta in volta, per esprimere e fornire il parere obbligatorio su ogni opera ed intervento che inerisce a beni di interesse culturale e soprattutto storico-artistico o ad aree del nostro territorio e/o immobili particolari, sottoposti alla tutela del Piano Paesaggistico regionale e comunale. Alla costituzione di questo nuovo Organismo collegiale sta provvedendo l’ing. Trematore, in qualità di Dirigente del 3° Settore “Ambiente e Gestione del Territorio”. E’ a lui che il Consiglio Comunale del 19.06.2015, su diretta emanazione dell’allora Assessore ing. Sannicandro, ha delegato questo compito dopo aver disposto, con la stessa delibera, n.22/15, la istituzione della suddetta Commissione Paesaggistica e averne disciplinato con l’allegato Regolamento la formazione con cinque membri e il relativo funzionamento. E’ il caso di ricordare che non risulta essere stata questa decisione consiliare un deliberato agevole, anzi molto controverso, tant’è che fu assunto dalla sola maggioranza e con la presenza di appena nove dei suoi consiglieri, compreso il Sindaco Depalma.
Dunque, il Dirigente Trematore, in forza di quel dispositivo si è, da subito, attivato a emanare l’Avviso (n.17113 del 4 agosto 2015), a mezzo del quale ha indetto la selezione pubblica, per titolo e curriculum, richiesti ai cinque membri della istituenda Commissione. I candidati per essere ammessi alla selezione dovevano provare di essere in possesso di specializzazioni universitarie ed esperienza pluriennale in materie pertinenti con la tutela del paesaggio, l’architettura, l’archeologia od, anche, di titoli di studio in storia dell’arte e di beni culturali, oppure avere perizia in scienze agrarie e forestali. Chiusi i termini per la presentazione delle domande, l’ing. Trematore, con altro suo atto, datato 23 febbraio scorso, ha provveduto alla individuazione del Gruppo di valutazione e di nomina a membro del nuovo Organismo. Così il Dirigente per la successiva operazione di verifica del profilo personale e di esame delle documentazioni presentate dagli aspiranti, ha voluto al suo fianco, oltre al collaboratore, ing. Daniele Carrieri, del Servizio comunale “Assetto del Territorio”, l’arch. Luigi Guastamacchia, dipendente della Regione presso il Servizio “Assetto del Territorio”. Ha ritenuto di doversi valere dell’ausilio del funzionario regionale esterno, essendo impossibilitato a svolgere tale incombenza l’attuale Segretario Generale del Comune che, si dice, essere impegnato in molteplici funzioni istituzionali. Sicché la figura del Dirigente Generale che sovrintende all’Apparato comunale e dà impulso direzionale all’intera azione amministrativa è completamente estranea, non solo al procedimento dell’istituendo Ufficio di consulenza paesaggistica locale, bensì anche al vaglio dei curricula e dei titoli posseduti dai concorrenti e alla successiva nomina a Consulente paesaggistico.
In considerazione che i titoli da esaminare non hanno solo a riferimento diplomi universitari e specialistici in discipline di urbanistica e di pianificazione territoriale, di cui sono titolati i tre funzionari del direttorio, ma afferiscono pure ad attestati di esperienze in campo agrario e forestale, come anche in storia dell’arte e di salvaguardia di beni artistici, sovrintendere le operazioni di selezione da parte della Segretaria Generale sarebbe stato tecnicamente pertinente ed assolutamente indispensabile. Oltretutto, l’apporto della sua professionalità a coordinare il lavoro di indagine e riscontro dei curricula si sarebbe rivelata opportuna allo scopo di assicurare imparzialità di giudizio e trasparenza circa la rispondenza di giudizio ai criteri di valutazione preordinati; e tanto, anche al fine di prevenire contestazioni e ricorsi contro le determinazioni che si andranno ad adottare nel merito.
Ma detta funzione di presiedere Comitati e Collegi interni per la scelta e la nomina dei componenti di Commissioni, non di pertinenza della sfera politica, non rientrerebbe proprio tra gli impegni d’istituto della Segretaria Generale? Di fatto, l’incarico al Segretario Generale a presidiare il gruppo di valutazione dei candidati per la costituenda Commissione era stato prefigurato dagli stessi deliberati comunali, proprio in ragione delle sue funzioni di coordinamento istituzionale dell’azione amministrativa. Allora perché non ci si è attenuti a tale indirizzo politico al punto da esautorare la Dirigente Generale del Comune?. Sussistono reali ed oggettive giustificazioni che hanno indotto la dott.ssa De Angelis ad estraniarsi da questo importante procedimento che porterà all’individualizzazione di competenze significative per un nuovo Organo collegiale cui è affidata una specifica competenza delegata dalla Regione? Non è che per la circostanza ha ritenuto corrispondere ad una sottintesa concordanza con la parte politica di rimanere fuori da questa partita e lasciare campo libero al Direttore del 3° Settore di scegliersi un collegio il più confacente alle proprie attese, visto che questo nuovo Organo consultivo lo si è voluto incardinare proprio all’interno della sua Struttura tecnica “Urbanistica e Pianificazione del Territorio”?.
Stadsgezicht in Giovenazzo, Vue de l'intérieur de la ville de Giovenazzo, and Voyage en Italie, en Sicile et à Malte - 1778 | Ducros, Louis.
E, proprio a questo riguardo, ci pare di poter nutrire sostanziali riserve per questa incorporazione organica della Consulta paesaggistica in completa subordinazione del Dirigente dell’Urbanistica, che è stato, tra l’altro, investito, sempre dal Consiglio comunale, del rilascio della decisione paesaggistica una volta che la Commissione medesima avrà formalizzato il suo parere. Ne analizziamo le ragioni di questa ulteriore anomalia che ci induce ad avere anche sospetti concreti, appunto, circa il mancato rispetto delle disposizioni e delle condizioni normative vigenti, perché, a livello comunale, si possa legittimamente insediare una Commissione Paesaggistica che agisca in sostituzione dell’Organismo regionale a ciò deputato.
Il dettato del “Codice Urbani” e della stessa legislazione regionale, riprodotto integralmente nel Regolamento Comunale per il funzionamento della Commissione, puntualizza, esplicitamente, che in ambito comunale deve essere inderogabilmente preservata la netta distinzione tra l’organismo che esprime la valutazione di ordine tecnico-scientifico sulla tutela paesaggistica e la struttura preposta all’esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia e che presiede al rilascio dei titoli abilitativi. Avendo concentrato in capo al Dirigente del Settore Urbanistica tanto la decisione in riferimento alle concessioni edilizie e permessi a costruire quanto quella in ordine alla valutazione di tutela paesaggistica, il presupposto legislativo della distinzione funzionale dei rispettivi procedimenti deve intendersi completamente disatteso. E’, infatti, del tutto manifesta, per come si è articolato l’innesto della Commissione Paesaggistica nell’ambito organizzativo del 3° Settore, alle esclusive e dirette dipendenze del Dirigente della Struttura, che si appalesi difficile rilevare la condizione pregiudiziale di tenere separati gli apparati che curano autonomi procedimenti: l’uno teso alla emanazione dell’autorizzazione paesaggistica e l’altro, invece, dei titoli abilitativi urbanistici e/o permessi edilizi.
E’ di tutta evidenza che tale incongruenza non si verificherebbe se, pure nella medesima struttura del 3° Settore Tecnico, sussistessero due Uffici di direzione quello “Ambiente ed Urbanistica” e l’altro “Patrimonio”. Sempreché con quest’ultima titolazione di Unità dirigenziale vengano compresi tutte le competenze che, comunemente, attendono alla salvaguardia dell’assetto del Patrimonio nella più ampia accezione, sia nella sua proiezione paesaggistica che in prospettazione di ogni bene materiale e culturale, che ha modo di originare un pubblico interesse sotto l’aspetto storico, architettonico, archeologico e di immagine estetica del territorio urbano quanto di quello agreste. Le funzioni connesse alla “Direzione Patrimonio”, pertanto, non possono ridursi, come prova a dire Depalma, riferendosi alla struttura direzionale del 1° Settore, ad una semplice e pura attività gestionale e di manutenzione della patrimonialità immobiliare comunale. Una impostazione alquanto lineare che interpreti coerentemente le competenze, nel senso da noi sopra inteso, di spettanza della Direzione comunale “Patrimonio” e, soprattutto, a voler essere osservanti della legislazione che ha voluto attribuire un ruolo fondamentale al procedimento autorizzatorio di tutela dei beni artistici e del paesaggio, la costituenda Commissione Paesaggistica locale andrebbe riconfigurata nell’ambito proprio del Settore “Patrimonio” e non già in quello dell’“Urbanistica e Pianificazione del Territorio”. E voler essere rigorosi, comunque, in qualsiasi altra Direzione distinta da quella opera nel campo della pianificazione urbana e dell’ambiente.
Solo così si potrebbe realizzare effettivamente l’autonomia procedimentale della consultazione paesaggistica con la garanzia di un giudizio altamente qualificato dal punto di vista tecnico-scientifico, oltre ad avere natura ed effetti diversi e separati rispetto alla valutazione edilizio-urbanistica inerenti le richieste di trasformazioni del patrimonio immobiliare sotto tutela e gli interventi di recupero e di riconversione funzionale richiesti dai cittadini. Garanzie che varrebbero non solo in relazione alle opere edilizie di spettanza dei privati ma anche alle opere pubbliche progettate ed eseguite dal Comune stesso nel sua funzione di pianificazione del territorio o di modifiche e ristrutturazioni di beni immobili e non, di proprietà, degni di salvaguardia e di recupero conservativo.
Inutile rimarcare che una visione del genere è decisamente avversata dal Depalma a motivo della emarginazione che ha voluto riservare all’arch. Turturro relegandolo a scarne competenze ascritte alla Direzione “Patrimonio” e che, di fatto, si limitano ad atti di gestione e conservazione degli immobili patrimoniali e demaniali della municipalità. Dimostrazione n’è la chiamata da parte dell’ing. Trematore di un agente esterno alla Istituzione comunale per svolgere, in sostituzione della Dirigente dott.ssa De Angelis, le operazioni di selezione del candidati, dietro corresponsione di una remunerazione convenuta con lo stesso funzionario regionale.
Progetto di percorso a collegamento della linea di costa a vicolo Marco Polo al termine dell’Episcopio
Depalma, senza badare alle incidenti ricadute, pure economiche, sull’andamento gestionale, non più fidandosi della conduzione tecnica ed operativa dell’arch. Turturro alla direzione del 3° Settore, lo ha defenestrato, aprendo così un aspro contenzioso dagli esiti del tutto incerti per l’Amministrazione civica. Per contro, invece, il cittadino con la configurazione che si sta preordinando in relazione alla Commissione paesaggistica all’interno di quel 3° Settore non ha garanzie certe a che si sviluppi un corretto e celere procedimento per il rilascio di un titolo abilitativo urbanistico condizionato alla emanazione della autorizzazione paesaggistica; provvedimenti questi che sono di esclusiva prerogativa del Dirigente Trematore.
Non c’è chi non possa avvertire sul punto messo a fuoco una inammissibile concentrazione di potestà in capo ad un solo Dirigente, fattore che la legge in materia di autorizzazione paesaggistica ha voluto in ogni modo escludere. Né va oltremodo sottaciuto che, sempre in tema di vincoli paesaggistici, molte richieste di cittadini ad ottenere titoli abilitativi edilizi di vario genere incontrano lungaggini infinite mentre opere di intervento comunale si svincolano da dette valutazioni paesaggistiche ancorché ritenute obbligatorie per legge. Il caso più eclatante lo si è registrato, appunto, per l’appalto delle opere di riqualificazione urbana del lungomare di levante cui è inserita la costruzione della scala di collegamento pedonale dalla radice del molo di levante al livello superiore di Vico Marco Polo, per il quale lo stesso ing. Trematore ha proceduto ad affidare i lavori all’impresa, che se l’è aggiudicati, senza acquisire la pur necessaria valutazione paesaggistica da parte della apposita Direzione Regionale.
La veduta di “Giovenazzo” di Francesco Cassiano da Silva (1695 circa - Biblioteca Nazionale di Vienna)
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