Anche per la cronaca satirica il Sindaco sa essere “magistra fallaciae”.
La reclamata ciclopedonale “Adriatica”, realizzata sul tracciato dell’ex Statale 16 fra Giovinazzo (Località Ponte) e Santo Spirito (Largo di Via Paul Harris), è tornata impetuosamente alla ribalta delle cronoche, perfino, nazionali. Questa volta non si è trattato delle solite disquisizioni giornalistiche locali, di aspri commenti ai notiziari sindacali, di critiche a sfondo politico circa l’inutilità e le astrusità di quell’opera, cui ha sempre tenuto testa Tom, affermando che il suo è un impegno di ammodernamento della città per lanciarla verso il futuro. Il clima di proteste e di acceso contrasto sulle oscure trame che hanno portato a ideare la passerella ciclabile sulla strada dismessa dall’ANAS e alla sua esecuzione, non completamente lineare con i parametri di sicurezza del traffico automobilistico e non, è stato, infatti, argomento di attualità del tg satirico di Canale 5. Così il noto inviato di “Striscia la Notizia” ha fatto visita a Giovinazzo, a metà gennaio, per dare voce alle tante lamentele e denunce di pericolosità della circolazione motorizzata sulle due corsie, ormai a limite delle ampiezze prescritte dal Codice della Strada.
Intervista al Sindaco Depalma a Striscia la Notizia
Naturalmente il programma satirico, andato in onda all’inizio di questo mese, non si è limitato a dare visibilità dell’innesto, in accosto alla corsia nord, della ciclopista, solo a tratti, delimitata da un cordolo dalla sede stradale, transitabile a marcia ridotta, ma ha, pure, riprodotto l’intervista al Sindaco a riscontro delle ragioni di tanto clamore sollevato. Ebbene, Tom ha fornito spiegazione dei lavori, a suo dire, ancora in fase di ultimazione, necessitando, per l’esercizio in sicurezza di tutti i servizi su quel percorso stradale, di un’implementazione d’intervento dal costo di circa 60.000 Euro, già varato dall’Amministrazione. A giustificazione, tuttavia, delle diverse anomalie tecniche e incongruenze impiantistiche rinfacciategli dall’intervistatore televisivo, ha pure aggiunto che: spesso nella pubblica Amministrazione purtroppo c’è da dire che abbiamo persone non all’altezza e noi siamo uno di quei casi, perché chi ha approvato in via preventiva il progetto, non ha avuto attenzione a fare tutte le verifiche del caso. Giovinazzo paga anche per alcuni errori dei dirigenti dell’Ufficio Tecnico ed è un esempio devastante da questo punto di vista.
E’ una dichiarazione sicuramente provocatoria e sconsiderata, perchè esternata col solo scopo di sviare ogni addebito a suo carico.
E, dunque, ancora una volta, Tom non si è smentito. Come suo solito, allorchè gli si muovono contestazioni circa decisioni amministrative discutibili, lui tiene sempre banco col rivoltare ogni responsabilità ad altri e, di volta in volta: a chi l’ha preceduto sul Palazzo, ai suoi avversari e oppositori politici ed anche agli altri Organismi pubblici a vario livello. Così ha fatto anche in questa disdicevole circostanza, ha ribaltato i rilievi mossigli alla Direzione dell’Ufficio Tecnico comunale per aver “approvato in via preventiva il progetto senza fare tutte le verifiche del caso”. Non c’è chi non ha inteso che quel suo appunto avesse come preciso indirizzo l’arch. Turturro, già Dirigente del 3° Settore, supposto responsabile della disastrosa emergenza conseguita all’innesto della pista ciclabile, sulla sede stradale dell’ex statale, presentando rischiose interferenze sul suo tracciato.
Questo fare a scarico barile di Tom, non solo mi pare poco dignitoso per la carica che ricopre, ma è, oltremodo, sconveniente perché le narrazioni date sulla vicenda sono del tutto accomodate e scevre dai più importanti elementi fattuali che l’hanno resa così tristemente rinomata. Non era certo di tale avviso, a dicembre del 2015, quando l’ing. Trematore dava rendicondazione dell’avvenuta regolare esecuzione dell’appalto e si affrettava a liquidare le competenze all’ing. Francesco Lovino, direttore dei lavori e alla stessa ditta appaltatrice, Consorzio Stabile Unimed Scarl di Bari. Infatti, in un comunicato ufficiale del Comune, pubblicato l’11 dicembre 2015, allo scopo di smorzare le diverse contestazioni, sollevate dopo i molteplici incidenti stradali, l’Amministrazione civica forniva determinate puntualizzazioni sull’intero iter procedimentale seguito per la realizzazione dell’avversata ciclopedonalità. In quel rapporto si dichiarava, tra l’altro, che “il progetto, prima dell’approvazione, era stato vagliato e aveva ricevuto i pareri preventivi dei seguenti Enti e Uffici: prot.n.10178 dell’15.05.2014 dell’Autorità di Bacino; prot.n. 8000 dell’14.04.2014 dell’Autorità Paesaggistica della Regione Puglia; prot.n.13281 del Compartimento ANAS di Bari; prot.n.9262 del 23.07.2014 della Soprintendenza Archeologica di Bari; prot.n.16481 del 13.08.2014 del locale Comando di Polizia Urbana e, quindi, la validazione, avvenuta in data 29.11.2014, da parte dell’UTC, a seguito del quale, il Dirigente di Settore con succesiva Determinazione n.336 in data 31.10.2014 disponeva l’espletamento della gara per l’affidamento e l’esecuzione dei lavori […].
Un obiettivo, quello della ciclopedonalità, fermamente voluto da Depalma, corrisposto, a tambur battente, dalla Società d’ingegneria “Ingegneria S.r.l.” di Bari, già a novembre del 2013, perché doveva essere pubblicizzato come evento propedeutico al Giro d’Italia in partenza da Giovinazzo il 13 maggio 2014.
Presentazione pubblica della ciclovia presso la Scuola Don Saverio Bavaro
A tal fine l’opera fu orgogliosamente presentata nel corso di una solenne manifestazione, svoltasi il 3 marzo 2014, presso la scuola “Don Saverio Bavaro”, cui prese parte anche l’allora Sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’Assessore regionale alla mobilità, Giovanni Giannini, e il Presidente regionale della Federazione Ciclistica, Pasquale De Palma, oltre naturalmente al progettista che ne fece illustrazione, presentandola come esemplare scelta innovativa dell’Amministrazione comunale. E’ di tutta evidenza, dunque, che la problematicità della ciclopista, così come posta in esecuzione con elevati indici di pericolosità, non dipende dalla mancanza di solerti verifiche e di un accurato accertamento tecnico del progetto, quanto dalla soluzione, politicamente intrapresa, di volerla ricavare ad ogni costo nell’ambito dell’esistente sede stradale, ora ridotta a minimo della larghezza di carreggiata per la circolazione veicolare, appunto prescritta a mobilità lenta.
S’impone, dunque, rendere trasparente tutto il procedimento politico-amministrativo alla base di questa controversa opera pubblica che, nei programmi altosonanti di Tom, era stata prospettata come uno dei più qualificanti punti dello sviluppo turistico e infrastrutturale della nostra città e, per la cui attuazione, ebbe a costituire, con Delibera giuntale n.41 dell’17.03.2014, perfino, un “Ufficio di Progetto” composto di funzionari tecnici e amministrativi comunali.
E l’esposizione qui riportata è la sintesi di una precisa ricognizione documentale che proietta un’indicativa considerazione e corregge radicalmente quella sorta d’insinuazioni del tutto inappropriate.
Sezione tipo di una ciclopedonalità prodotta dal Comune.
Il punto d’origine di questo mio percorso, pertanto, è proprio l’Atto d’indirizzo politico, datato 25.10.2013, prot. n. 22567, con cui il bonapartista Tom, ad un anno dal suo insediamento, dava precise e formali disposizioni al Dirigente di Settore, arch. Turturro, di affidare con rapidità l’incarico di progettare, in un unico livello esecutivo diretto, ex art. 125, c.11 del D.lgs. 163/2006, una ciclopista lungo tutta la ex statale 16 verso sud, da allacciare al largo Leichardt sul lungomare di levante. Il Dirigente, senza perdere tempo, lo stesso giorno 25.10.2013, incaricava, con proprio atto, n.194/2013, la Società d’ingegneria “Ingegneria s.r.l.” di Bari,“ad approntare un piano d’interventi infrastrutturali alla ciclabilità del territorio, in un unico livello di redazione esecutivo, per la realizzazione della -Pista ciclabile lungo la Strada Adriatica in direzione Bari. La societa incaricata, in meno di quindici giorni, il 6.11.2013, consegnava al Comune, prot.n. 23328, il progetto definitivo/esecutivo nei termini e secondo le intese intercorse con l’Autorita politica comunale. Il giorno successivo al ricevimento del carteggio, la Giunta, con delibera n.218 del 7.11.2013, recepiva il progetto commissionato, per una spesa complessiva di € 1.416.392,75, essendo lo stesso costituito da due sezioni: quella relativa all’innesto della pista lungo l’ex statale 16 per un costo di € 1.060.995,00 e l’altra sul lungomare di levante computata in € 355.387. Perciò al Dirigente fu demandato di proporre la candidatura dell’opera alla Regione per beneficiare del finanziamento, in immediata scadenza, sui -fondi PO FESR 2007-20013, Asse V- Linea 5-2 al titolo: “Adeguamento dei sistemi di trasporto urbano e/o extraurbano”-. Tuttavia, la Regione con la sua Delibera (n.547 del 24.04.2014) di ripartizione delle risorse disponibili su quell’Asse, ebbe a inserire il Comune di Giovinazzo nell’elenco degli Enti assegnatari, ma ridimensionò l’importo dell’erogazione a soli € 800.000. Si rese, pertanto, necessario riconsiderare la pianificazione dell’opera nel suo quadro economico. Per la qual cosa, si convenne di programmare l’intervento su due tranche distinte, decidendo così lo scorporo della parte riguardante la ciclovia lungo la riviera di levante da Cala Spiriticchio a piazza Leichardt. Per l’appunto, la Società “Ingegneria S.r.l.” fu interessata a rivedere la progettazione limitandola alla pista sull’ex statale 16, al fine di adeguare la spesa entro i limiti del finanziamento PO FESR 2007-2013 promesso e a rivisitarla tecnicamente alla luce anche dei riferimenti e suggerimenti, pervenuti nel frattempo, dalle Amministrazioni pubbliche appositamente consultate (ANAS, Autorità di Bacino, Regione, Sovintendenza Archeologica, Acquedotto Pugliese) e, particolamente, dal locale Comando di Polizia Urbana e dall’allora Dirigente del 1° Settore.
Il nuovo Progetto esecutivo dal titolo “Realizzazione della ciclovia lungo la Strada Adriatica direzione Bari”, dal costo di € 848.670,00, di cui € 800.000,00 assegnati dalla Regione e € 48.670,00 a carico del bilancio comunale cap. 31021, fu consegnato al Comune dalla Società “Ingegneria s.r.l.” in data 27.06.2014 con n. prot. 13281. In seguito, la Giunta, con propria Deliberazione n.145 dell’8.09.2014, ne approvò la documentazione tecnica e cartografica, (completa di varie Planimetrie, Relazioni scrittografiche, Elaborati grafici, Computo metrico e conto economico generale), elaborata da Società “Ingegneria s.r.l.” e certificata dal RUP (Responsabile unico del Procedimento), geom. Pasquale Devivo, con la scheda di validazione prodotta ex art.55 del D.P.R. 2007/2010 (Codice dei Contratti) e secondo i dettami dell’art.47, c.2, let.c), del Codice medesimo. Con lo stesso provvedimento giuntale fu affidato sempre al geom. Devivo di rappresentare l’Ente a stipulare la Convenzione con la Regione per l’acquisizione delle risorse finanziarie messe a disposizione sui Fondi europei. Contestualmente fu demandato al Dirigente del 3° Settore, “ratione materiae”, di dare esecuzione degli atti conseguenziali di rispettiva pertinenza funzionale in conformità alle indicazioni imposte dall’Organo Politico. In ottemperanza a detto dispositivo, l’arch. Turturro procedette, con propria Determina n.336 del 3.10.2014, a bandire la gara per l’affidamento dei lavori della Ciclovia, mediante ricorso alla procedura aperta, secondo il disciplinare di gara e i modelli procedimentali, validati sempre dal RUP.
Gara che in seguito fu esperita e conclusa con l’aggiudicazione provvisoria e, poi, definitiva a cura del Dirigente 3° Settore subentrante, ing. Trematore (D.D. n.155 del 26.05.2015), che rideterminò il quadro economico complessivo, in ragione del ribasso d’asta del 51,76%, offerto dal Consorzio Stabile Unimed scarl di Bari sui lavori a ribasso.
Raffigurazione della ciclopedonalità dopo la sua realizzazione
L’intervento, infine, sarebbe stato portato a termine al finire dell’anno 2015, stando alle liquidazioni a sado effetuate, proprio nel mese di dicembre, dall’ing. Trematore, in base alla perizia di assestamento economico della Direzione dei lavori per complessivi € 464.224,37. Risultano, infatti, pagamenti tanto a favore del Consorzio Stabile Unimed scarl, per un importo complessivo di € 354.600,00 che del Direttore dei Lavori medesimo, ing. Francesco Lovino, per un importo di € 25.000,00 e alla Società “Ingegneria s.r.l.” per l’onorario convenuto di € 28.000,00.
Sta di fatto che la ciclovia, a causa dei tanti incidenti registratisi sull’arteria stradale, non sarebbe mai stata posta in esercizio e, anzi, è stata completamente inibita al transito dei cicloamatori. Circostanza che ha indotto il Dirigente Trematore ad approntare con la sua struttura tecnica quell’intervento di miglioramento viabilistico a garanzia di un più alto livello di sicurezza, cui ha fatto riferimento il Sindaco nell’intervista giornalistica, dal costo di circa 60.000 Euro. La relativa proposta progettuale, redatta dal geom. Francesco Andriano, l’ha fatta approvare dalla Giunta con Delibera 202 del 15.12 2016 e, il giorno dopo, con sua D.D. n.146/2016 ha provveduto a formalizzare le procedure d’appalto per l’aggiudicazione, mediante procedura aperta, di lavori per “l’implementazione della sicurezza sulla Pista ciclabile Adriatica tra Giovinazzo e Santo Spirito” per un importo complessivo di € 59.156,00, da finanziarsi con risorse di bilancio a carico del Cap. 3567 dell’esercizio appena chiuso.
Con l’introduzione di dette misure migliorative della pedana ciclabile e con un’integrazione della segnaletica l’intera opera, è stato assicurato, dovrebbe essere certificata per la regolare e sicura transitabilità da parte dei ciclisti e degli automibilisti, oltre che dai pedoni. Non può però essere sottaciuto che poterla certificare all’ordinario esercizio ha richiesto un nuovo impegno finanziario, tutto a carico delle casse comunali, mentre in sede di aggiudicazione dell’appalto originario, si è registrata un’economia, a seguito della riduzione dell’offerta, di poco meno di 390.000 Euro che il Comune non ha potuto utilizzare. E questo è un dato per niente trascurabile.
La ciclovia Adriatica interdetta all’esercizio
L’excursus, appena fatto, credo, possa dare reppresentazione che, nella redazione pianificatoria, elaborazione documentaria ed esecuzione della ciclopista, non ci sia stata un’ingerenza ingegneristica dell’allora Dirigente del 3° Settore. A parte, naturalmente l’esplicitazione delle sue funzioni direzionali nell’azione procedurale condotta per la formalizzazione dell’appalto dell’opera, in precedenza approvata, nel suo progetto definitivo/esecutivo, dalla Giunta dell’8.09.2014 dopo esere stato validato dal RUP, secondo i dettami del Codice dei Contratti. Nè pare rilevarsi, come asserisce Depalma, un’omessa vigilanza o scarsa accortezza del Dirigente stesso nel riscontro dell’impostazione progettuale dell’opera e dell’adeguatezza delle misure di sicurezza previste, se è vero, come lui stesso espone nella introduzione alla Delibera giuntale n.202 del 15.12.2016 di approvazione del progetto supplettivo, che sono stati confermati i pareri precedentemente dati dagli Organismi pubblici interessati alla struttura. Anzi, tiene a rivelarci che le opere integrative, ora previsionate con il nuovo progetto dal geom. Andiano, per una maggiore sicurezza di esercizio, “erano state già precedentemente richieste, particolarmente quelle segnalate dalla Società delle autolinee Pugliese, ma non si sono potute recepire, in fase di realizzazione dei lavori, in quanto incombeva il termine perentorio di realizzazione entro il 31.12.2015, pena la perdita del finnziamento”. Come a dire che quel famoso rapporto pubblicato dall’Amministrazione, proprio all’inizio di dicembre del 2015, con cui si voleva attestare il buon esito della realizzazione della ciclopista, era solo una tipica convulsione del potere politico per tenere a bada le urbane irrequietezze dei cittadini che lamentavano sempre più la pericolosità della circolazione veicolare sul collegamento con Santo Spirito.
Tant’è che, tuttora, si annotano valutazioni discordanti e dissonanze, non solo interpretative di disposizioni di legge ma anche di sistemazione e di specifiche della segnaletica, tra il Comando di Polizia Urbana e l’Ufficio Tecnico comunale che ha progettato quest’ultimo intervento a implementazione della sicurezza. Eppure, essendo stata l’arteria declassata a strada urbana, dovrebbe essere proprio la direzione della Polizia Locale a validare l’impianto segnaletico sulla pista e, quindi, a certificare tutto il sistema di sicurezza, tanto per la circolazione veicolare su strada che per il transito delle bici su pista e ancor più per i pedoni, con adeguato e specifico dispositivo ordinatorio di regolamentazione del traffico.
Aggiungerei, ancora, che, se gli inconvenienti da ripianare, almeno per quanto rapporta il Sindaco alla Giunta, non afferiscono ad aspetti strettamente tecnici attinenti alla costruzione della pista, ma all’apparato segnaletico e alle condizioni di compatibilità dei servizi, stante la stretta connessione della pedana ciclabile con la carreggiata stradale, questi li avrebbe potuto riscontrare lo stesso Organo politico, nell’esercizio del suo potere di controllo, al ricevimento della D.D. n. 336 del 3.10.2014. Né sembra abbia avvertito anomalie l’Ufficio di Progetto, voluto da Depalma (Delibera n.41 del marzo 2014) quando ha preso in visione la Determinazione a contrarre del Dirigente come pure lo stesso bando di gara del 27.10.2014. E, neanche il RUP, geom. Francesco Andriano, ha mai fatto formali rilievi di merito riguardo ad alcuna anomalia sul piano della sicurezza, tanto in sede di aggiudicazione che di esecuzione dei lavori, avendo sostituito in quel ruolo il collega Devivo sin dal 30 dicembre 2014, prima ancora che fosse esperita la gara d’appalto.
La ciclovia nel tratto senza cordolo (fuori norma rispetto il Codice della strada)
Mi sono proposto di chiarire i passaggi salienti di tutta la vicenda per dare un apporto cognitivo serio e reale al lettore ma, soprattutto, per esprimere alcune mie personali considerazioni su quest’altra deprimente circostanza che ha fatto da richiamo negativo della città.
Perciò, lungi dal voler ferire l’egolatria di Tom che pur ha definito il fatto come “devastante”, mi preme marcare alcuni aspetti di una certa gravità.
- E’ percezione, condivisa dai più, che, pur con i rimedi previsti e le integrazioni impiantistiche, cui si è fatto carico di apportare l’ing. Trematore, la ciclopedonale, per come si è voluta impiantare sulla careggiata stradale, rimasta notevolemente ridotta nelle sue misurazioni di corsia, e particolarmente per le tante interferenze strutturali che la caratterizzano, continuerà a presentare fattori di rischio.
- L’intervento complessivo, nei termini in cui è andato sviluppandosi, sta comportando un aggravio considerevole di costi per la comunità cittadina, mentre, per effetto di un ribasso d’asta di una certa temerarietà, ha registato un risparmio notevole di risorse non spendibili per questi ulteriori apporti supplettivi o per analoghi lavori pubblici. Nella specie, non è difficile intravvede un danno erariale per il Comune.
- Se, come pubblicamente è stato detto, sono supposte specifiche omissioni funzionali da parte dell’Apparato amministrativo del Comune, in presenza di un danno reale per l’Ente, vanno appurate le eventuali responsabilità contabili. Perché, nella fattispecie, non si è trattato solo di un aggravio economico a carico dell’erario, ma soprattutto di un danno d’immagine per la città che è stata considerata alla stregua di quegli Enti e Amministrazioni che costruiscono opere pubbliche che poi, di fatto, non sono completate o non possono essere utilizzate per mancanza di certificazione all’agibilità o di validazione all’esercizio. E Giovinazzo in passato ha sofferto di qualche caso del genere.
Commenti