Il giudice riconosce appropriata la mia critica politica al Sindaco.
Cari lettori e lettrici, a motivo del mio articolo dal titolo “Le menzogne di patron Tommaso!”, pubblicato a pagg.11/12 del mese di novembre 2014 sul nostro giornale “in Città”, il sig. Tommaso Depalma, nella veste di Sindaco, ha sporto denuncia nei miei riguardi, presso la Procura della Repubblica, sentendosi diffamato dalle asserzioni fatte nei suoi confronti. In breve, il fatto che, a suo dire, l’avrebbe gravemente offeso per essergli stato affibbiato l’appellativo di “scaltro e falso”, sarebbe stata la notizia della sua assenza, alla assemblea del giorno 12 settembre 2014 dei Comuni dell’ATO/BA, in cui fu adottata la Delibera n.7/2014 che disponeva il nuovo piano di conferimento dei rifiuti urbani delle varie città a seguito della chiusura della discarica di Trani. Infatti, a contraddire il suo annuncio, dato la sera stessa del 12 settembre ai cittadini, di aver partecipato ad una “riunione fiume” presso quell’Organismo, per risolvere la situazione emergenziale dello smaltimento rifiuti, avevo pubblicato la Delibera, adottata per l’occasione, tratta dall’albo pretorio comunale, dalla quale il Sindaco di Giovinazzo, come altri Sindaci, risultava assente. A motivare la denuncia per diffamazione, a norma dell’art. 595 c.p., il legale del Sindaco, invece, produceva in Procura il verbale di quell’Assemblea dei Comuni dell’ATO che, tra l’altro, registrava un intervento prodotto da Depalma in quel consesso, elemento fatto valere per smentire quanto da me pubblicato circa l’assenza del Sindaco in quella riunione e a dare risalto all’intento offensivo della mia censura. Da quel verbale, tuttavia, poteva evincersi che Depalma si era presentato alla riunione dopo le ore 11:00, quando ormai si era conclusa l’intera attività deliberativa, e alcuni Sindaci avevano lasciato l’adunanza, dal momento che la prosecuzione dei lavori si era ridotta a semplici comunicazioni del Direttore dell’ATO cui fece riscontro la dichiarazione di Depalma, a seguito della quale poi la seduta veniva sciolta alle ore 11:20. E, dunque, sulla base di tali comprovate circostanze, confermate dalle stesse dichiarazioni rese dal Segretario dell’Assemblea ATO, dr. D’Amelio Mario, il P.M. con formale provvedimento ha ravvisato doversi archiviare il procedimento penale intentato dal Sindaco nei miei riguardi per infondatezza della “notitia criminis”, ritenendo il mio scritto trattarsi di legittimo esercizio di cronaca e di critica politica, comunque, rispettoso di tutti i canoni e i termini figurativi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità per casi di specie.
Ma con ferma ostinatezza Depalma, volendo ad ogni costo la mia condanna come autore di offese alla sua persona e di diffamazioni alla figura di Sindaco, tramite il suo legale si oppose all’archiviazione del procedimento penale, avanzata dal P.M., e, quindi, a richiedere una più puntuale investigazione sul mio comportamento, asserendo poter desumere dai fatti contestatimi una reale ed intenzionale condotta criminosa per calunnia.
E così l’8 marzo scorso sono venuto a conoscenza del procedimento penale aperto a mio carico da parte di Depalma che mi accusava di essere un agente diffamatore a mezzo del nostro giornale. Si può solo immaginare lo stato d’animo che provocano simili comunicazioni giudiziarie e il nutrito sentimento di confusione che genera nell’insieme il tempo di attesa per giungere, prima al cospetto del Giudice e poi, alla lettura della comunicazione di sentenza. Lunghe giornate in cui, quando riaffiorava alla mente “quella cosa”, tenuta forzatamente nascosta in un dimenticatoio, mi prendeva un gran magone alla gola. Ma vi posso garantire, miei cari lettori, che mai per un solo attimo mi sono pentito di aver scritto e pubblicato quell’articolo, ricco di verità e documenti di prova, come il lavoro svolto da tutti i miei collaboratori che da vent’anni, insieme a me, si occupano di libera comunicazione a Giovinazzo.
Forse chi ha provocato tutto ciò non si è reso minimamente conto del danno morale che ne è conseguito! Ho dovuto, pertanto, mettere in atto una azione di difesaHo dovuto, pertanto, mettere in atto una azione di difesa per il tramite del noto penalista Avv. Alessio Carlucci davanti al Giudice per le Indagini Preliminari che, nell’udienza del 5 aprile scorso, presso il Tribunale di Bari, ha rigettato a pieno l’opposizione alla archiviazione mossa dalla parte attorea ed ha dichiarato la completa infondatezza della “notitia criminis”, mossa a mio danno.
E’ finito così l’incubo di essere stato additato come un cronista criminale passibile di una sonora pena giustiziale per aver tratteggiato la doppiezza comunicativa cui ci sta abituando il Sindaco Depalma con i suoi comunicati quotidiani. Ma non è a motivo di questo disagio personale che sono particolarmente risentito quanto, piuttosto, per il fatto di dover constatare che la denuncia penale di Depalma, per il mio severo giudizio verso di lui, conferma la sua totale insofferenza per la nostra linea editoriale che, lungi dall’essere a lui accondiscendente, si muove in una logica di informazione obiettiva, contestualizzata e verificata alla fonte e che, come tale, è fortemente critica anche della ambiguità della sua pratica gestionale. Non aspettava altro che avere sotto mano una qualche occasione di cui approfittare per impartire una bastonatura sonora che potesse causare l’annientamento dell’intero nostro sistema informativo volontaristico e la dissolvenza di noi laici cristiani che teniamo a scrivere la verità della notizia a vantaggio della intera comunità cittadina. E che volesse infliggere un duro colpo fino ridurre a niente la nostra presenza come servizio pubblico d’informazione sul territorio l’evidenziano chiaramente la tracotanza e la prepotenza di potere, con cui ha inteso contrastare caparbiamente la decisione, in data 11.05.2015, del P.M. di archiviare la sua denuncia ed ha preteso, perfino, che si instaurasse il procedimento penale a mio danno. Un accanimento del tutto pretestuoso il suo, visto che nel mese di dicembre 2014, quello successivo alla pubblicazione dell’articolo oggetto della denuncia penale, un ampio scritto a firma di Giuseppe Maldarella, dal titolo “Goffaggine stile Tom”, pagg.4-5, spiegava dettagliatamente che, a quella riunione del 12 settembre, Depalma era risultato assente per tutto il tempo in cui erano state prese le varie deliberazioni all’ordine del giorno e che la sua partecipazione dopo le ore 11:00 si era tradotta in un breve intervento a riscontro di una informativa data dal Direttore dell’ATO, a lavori già conclusi. Credeva forse bastasse quella sua dichiarazione a chiusura della Assemblea dei Comuni, desumibile dal verbale prodotto a supporto della querela, per colpire il nostro giornale ed imbrattare la nostra etica comunicativa. Pure ingenuo il nostro Sindaco!. Il P.M. ed anche il G.I.P., invece, per l’operato di cui mi accusava il denunciante Sindaco, non hanno rilevato in alcun modo la non veridicità di quanto da me evidenziato circa l’effettiva sua assenza durante la discussione e la adozione dei deliberati assunti dall’ATO nella riunione del 12 settembre, né tanto meno hanno riscontrato cenni di astiosità o forme espressive sgarbate e trasmodate che potessero offendere la sua dignità morale e funzionale.
Ho tratto con soddisfazione piena le chiarificazioni desunte dalle decisioni giudiziarie anche perché danno certezza e meglio ancora legittimazione al nostro modello informativo e sconfessano Depalma che si sente diffamato ogni qual volta gli viene contestata l’incoerenza, la superficialità e non corrispondenza di quanto propaganda a mezzo dei suoi proclami con la realtà dei fatti.
Per quanto ci riguarda, Depalma se ne faccia pure una ragione; il nostro giornale, anche ora on-line, non vuol essere un semplice strumento di presentazione di avvenimenti, intermezzato di pubblicità commerciale, ma un servizio di informazione obiettiva, “sul campo”, il più possibile allo stato puro, contrassegnato da manifestazioni di pensiero libero nella verità della notizia. Non ci limiteremo giammai a fare semplicemente narrazione di fatti o di vicende cittadine, ma lavoriamo con discernimento per dare un una vena critica alla nostra comunicazione attraverso motivate valutazioni degli accadimenti e/o comportamenti di soggetti pubblici, di giudizi argomentati o, più genericamente, di opinioni commentate che siano più obiettive possibile. Depalma non se la prenda, pertanto, se la nostra critica politica, pur sempre nel rispetto dei canoni di verità, ma con toni marcati e aspri, può generargli evidente imbarazzo, quando si punta a mettere a galla le sue gaffe, come nel caso per cui ha sporto querela. Il senso critico ha animato da sempre le nostra azione comunicativa e lo dimostrano i tanti rilievi pubblicati precedentemente anche nei confronti di altri amministratori pubblici. E non ci siamo neppure trattenuti dal fare rilievi anche nell’ambito del nostro mondo quando si è trattato di manifestare il nostro dissenso sulla festa patronale ridotta sempre più ad un prodotto economico con intenti prevalentemente commerciali, oppure quando abbiamo avversato l’indebita rimozione della dedicazione della chiesa di Sant’Agostino, confutando con prove fotografiche l’autorità ecclesiastica che voleva far credere che l’iscrizione sulla facciata dell’edificio sacro era stata posta solo negli anni ’60 dello scorso secolo.
Ora Depalma lo sa per sentenza: ci teniamo a restare con la schiena dritta!
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