IL PUNTO SULLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI DI DANECO S.p.a.
Si è appreso da qualche ora la notizia che per la discarica di San Pietro Pago è scattato un provvedimento di sequestro che ne vincola ogni operazione in maniera completa e definitiva fin tanto che non interviene una diversa decisione dipendente da una serie di nuovi fattori. Colgo questa circostanza per fornire un quadro complessivo di informazioni su quanto la Daneco S.p.a., concessionaria della gestione della discarica per conto del Comune, ha intrattenuto presso gli Organismi regionali con l’intento di tenere ancora in funzione l’impianto provvisorio delle lavorazioni di smaltimento dei rifiuti, sfruttando ulteriormente i Lotti di discarica ormai colmi.
Né posso trascurare, ad introduzione di questa ampia ricostruzione, le discutibili ultimissime esternalizzazioni di circostanza del Sindaco Depalma. A metà marzo, sempre tramite il social network del Comune, Tom, alquanto stizzito, ha rintuzzato l’accusa, mossagli dal Laboratorio di Energie Democratiche (LED), di non rendere partecipe la città degli esiti che si sono registrati nel corso delle ripetute Conferenze di Servizio, propedeutiche al rinnovo autorizzativo VIA/AIA dell’impianto provvisorio di smaltimento rifiuti di San Pietro Pago, preteso dalla Daneco. Con detto comunicato il Sindaco ha voluto difendersi dal duro rilievo di essere riluttante a fornire puntuali spiegazioni riguardo a quanto aveva notiziato qualche giorno avanti circa la necessità emersa, nell’ultima commissione AIA di febbraio scorso, di sopraelevare le quote di profilo dei lotti I,II e III della discarica fino a raggiungere il livello di abbancamento del VI lotto. Teneva, infatti, a ribadire, con la consueta sua smania oratoria, che la soluzione della risagomatura delle quote dei Lotti I,II e III, fino ad adeguarle al profilo dell’adiacente VI Lotto, è pretesa dalle Autorità tecniche regionali che l’hanno ritenuta indispensabile per consentire una uniformità di trattamento delle operazioni di chiusura e post-gestione dell’intero complesso della discarica, da lui definito “«panettone» del brillante tandem Vendola-Natalicchio”. Per l’occasione, Depalma non ha tralasciato di stigmatizzare il convincimento cui è approdato il Comitato tecnico regionale di dover provvedere alla regolarizzazione di chiusura dei Lotti I,II e III con materiale inerte o/e terreno vegetale, contrariamente a quanto atteso dalla Daneco di sopraelevare i lotti con stabilizzato RBD e/o RBM ed in parte, fino al 30% in peso, con le scorie di fusione (rifiuto classificato CER 10.09.03), rinvenute durante lo sbancamento dell’invaso del V Lotto. Una scelta che, a suo modo di vedere, non solo presenta problematicità sul piano giuridico, ma che si rivelerà antieconomica e di forte impatto sul territorio a causa del trasporto di tanta massa di inerti da portare in discarica, piuttosto che impiegare materiali presenti sul sito. E, non si è, neppure, astenuto dal fare apprezzamenti velenosi nei confronti delle stesse autorità regionali di vigilanza che, a suo dire, fanno “il gioco delle tre carte” nel condizionarsi vicendevolmente pur di non arrivare a decisive formulazioni tecniche di competenza riguardo alla ripresa dell’esercizio della discarica. Un giudizio il suo decisamente screditante e fortemente critico riguardo al lavoro tecnico-ispettivo delle autorità impegnate nella procedura autorizzativa VIA/AIA chiesta dalla Daneco, specie se riferibile a quei Dirigenti di cui lui, per primo, si è avvalso, in qualità di Sindaco, per autorizzare, senza averne facoltà, la continuazione delle attività dell’impianto della discarica nel novembre 2014. Non v’è dubbio che il percorso istruttorio per addivenire al pronunciamento di compatibilità ambientale del progetto di modifica sostanziale della discarica di servizio/soccorso Lotti I,II, III e VI dell’impianto transitorio di biostabilizzazione di San Pietro Pago, è in discussione da tempo e, tuttora, non è completamente chiuso. Specie se si considera che l’iniziale elaborato progettuale è stato presentato dalla Daneco sin dal 27.06.2014 ed è stato assunto ad esame dal Servizio Regionale Ecologia già dal 28.08.2014. Ma è proprio vero che il procrastinarsi delle indagini valutative sia da addebitare alle Autorità di vigilanza chiamate ad esprimersi nel merito del procedimento che sembra abbia avuto ripetute investigazioni proprio a motivo delle varianti progettuali progressivamente prospettate della stessa Daneco? Ed è proprio corretto quanto vuol dare ad intendere Depalma sui social-informazione che tutto è nelle mani dei tecnici regionali che fanno il “gioco delle tre carte”, anziché arrivare a capo della questione?. Di certo, Tom non è per niente da meno delle stesse sue sarcastiche espressioni indirizzate agli organismi regionali di tutela ambientale. Basta fare mente locale alla circostanza che non ha mai chiamato in causa, in tutto questo periodo, il Consiglio Comunale, non solo per una adeguata informativa, ma soprattutto per assumere univoche decisioni politiche cui l’Ente comunale, in quanto proprietario della discarica, è chiamato ad esprimere negli ambienti regionali. Al contrario continua ad avvalersi dei suggerimenti dell’ex Assessore dimissionario, ing. Sannicandro, ed ancora dell’ing. Filippo Pavone, consulente del Responsabile Unico del Procedimento per la realizzazione dell’impianto di trattamento a regime, i quali lo accompagnano immancabilmente nei diversi consessi regionali.
E’ indispensabile, pertanto, focalizzare ogni profilo di questo contrasto politico che, allo stato, trova ulteriore vivacità a causa dell’arresto di ogni attività di smaltimento presso il sito di San Pietro Pago. Un fatto che aggrava la situazione perché comporta il perdurare dell’esportazione dei nostri rifiuti urbani in discariche private con notevoli rincari di costi sul servizio di raccolta locale, interamente a carico dei cittadini. E questo, al di là delle affermazioni equivoche che Depalma tende a diffondere allo scopo solo di far dimenticare la sua avventata autorizzazione del novembre 2014 con cui consentì indebitamente alla Daneco di proseguire le lavorazioni di smaltimento e di ammassare i rifiuti trattati sui Lotti I,II e III, ormai non più attivi.
Per una scansione compiuta degli accadimenti che si sono affastellati in questo trascorso è, comunque, indispensabile portare indietro le lancette del tempo e partire proprio dalla primavera di due anni fa, quando la Daneco macinava lavoro a tutto spiano, smaltendo rifiuti provenienti anche dai Comuni estranei alla ATO/BA, in esecuzione delle ultime Ordinanze del Presidente Vendola, nn.4 e 9/2013, e particolarmente la n.7/2014. Con tali provvedimenti si disponeva, forzando la normativa in vigore, la coltivazione in sopralzo del VI Lotto, a suo tempo autorizzato all’esercizio con D.D. del Servizio Ecologia regionale n.507 del 13.10.2009 e s.m.i.. Giustappunto in quel periodo, a motivo dell’incremento esponenziale delle lavorazioni, la Daneco aveva lanciato l’allarme che era ormai prossimo l’esaurimento delle volumetrie di abbancamento disponibili sul VI Lotto, al limite delle capacità di stoccaggio. Al tempo stesso, aveva prospettato agli Organi regionali, all’ATO/BA e al Comune che la prosecuzione delle attività di smaltimento sarebbe stata possibile riprendendo lo stoccaggio dei rifiuti trattati sui lotti I,II e III, rialzando le loro quote finali fino al livello del profilo terminale ormai completo del VI Lotto. Soluzione che avrebbe consentito di usufruire di altre volumetrie, pari a circa 70.500 m3, per lo stoccaggio dei rifiuti trattati presso l’impianto di biostabilizzazione. Questa prospettazione fu poi formulata dalla Daneco con una apposita progettazione riportata nella nota n.314/2014 del 27 giugno 2014 e trasmessa al Servizio Ecologia regionale con la richiesta di avvio di “procedimento coordinato VIA-AIA per autorizzazione a modifica sostanziale e contestuale rinnovo temporale AIA vigente per le attività di smaltimento a San Pietro Pago”. Con il progetto di modifica sostanziale dell’impianto temporaneo di smaltimento, originariamente autorizzato dalla D.D. 507/2009, la Daneco si proponeva di continuare la gestione della discarica, sempre in condizioni provvisorie di esercizio, per cui tendeva a conseguire:
1. Il rinnovo delle autorizzazioni (Art.29-octies del D.lgs. 152/2006) per l’impianto transitorio di trattamento rifiuti, installato nell’area del III Lotto della discarica e strutturato con le 8 biocelle telonate operative per la biostabilizzazione meccanica (Codici IPPC 5.3 e 5.4);
2. La sopraelevazione di circa 1,5 /2 metri delle quote di chiusura finali dei Lotti I,II e III per pareggiarle con i profili terminali del Lotto VI, potendo realizzare a fine coltivazione una copertura di chiusura omogenea su tutti i Lotti e ricavare così altre volumetrie di abbancamento pari a 70.500 m3;
3. L’utilizzo, nello strato di regolarizzazione sottostante al pacchetto di chiusura di copertura di tutti i Lotti I,II,III e VI, una volta portati ad uniforme livello di altitudine, i rifiuti non pericolosi (scorie ferrose), rinvenuti durante le operazioni di scavo del Lotto V destinato a supporto del realizzando impianto di smaltimento a regime;
4. L’autorizzazione a costruire una nuova viabilità di accesso alle aree impiantistiche in sostituzione del lungo tratto della strada vicinale di San Pietro Pago, reso impraticabile a seguito di un cedimento, come da Ordinanza Sindacale n.48 del 28 agosto 2013.
Inutile ricordare quanto avvenne in quell’autunno 2014, allorquando, a fronte delle denunce della Daneco di non avere più spazi per l’abbancamento dei rifiuti in discarica, raggiunta la colmata del VI Lotto, ed in piena concordanza con l’ATO/BA, dopo due Conferenze di Servizio del 30/10 e 4/11 del 2014, Depalma adottò l’Ordinanza n.62 del 6.11.2014. Decideva, infatti, da Sindaco, in sostituzione del Governatore pugliese, di autorizzare la continuazione delle attività di smaltimento, stoccando i cosiddetti “sovvalli” sui Lotti I,II e III. Il provvedimento ordinatorio del Sindaco, emesso ai sensi dell’art.191c.1 del D.lgs. n.152/2006 e s.m.i., aveva efficacia semestrale e, comunque, condizionato alla definizione della procedura VIA/AIA azionata dalla Daneco il 27 giugno 2014 e, come sopra accennato, instaurata presso il Servizio Ecologia il successivo 28 agosto. Ed è, pure, noto a tutti come, per effetto della contestazione popolare e dei primi esiti ispettivi eseguiti dall’ARPA con l’avvio del procedimento di valutazione ambientale in data 18.12.2014, Depalma fu costretto a ritirare l’Ordinanza n.62/2014 emettendo provvedimento di revoca, n.3 del 12 gennaio 2015. Di fatto, il giorno dopo, 13 gennaio, veniva ad insediarsi il Comitato Regionale VIA per analizzare i primi aspetti caratteristici degli interventi inclusi nel progetto approntato dalla Daneco per l’autorizzazione combinata VIA/AIA di cui si è fatto sopra cenno. Circostanza questa che indusse il Dirigente comunale ing. Trematore, preoccupato per quanto stava emergendo, di chiedere alla Daneco con sua nota n.1712 del 27.01.2015 di “fornire più dettagliati chiarimenti circa i rilievi emersi nel corso delle visite in sito effettuate da personale dell’Agenzia ARPA”.
A questo punto è possibile riassumere le risultanze di giudizio verbalizzate nel lungo e tormentato procedimento, ormai avviato alla conclusione, dopo essersi definitivamente espresso il Comitato Regionale VIA, il 16 febbraio 2016, che ha consegnato le sue determinazioni peritali di non compatibilità ambientale a tutte le Amministrazioni ed Enti che hanno concorso al vaglio tecnico su quanto ambisce fare la Daneco sul sito della discarica per continuare a selezionare e smaltire rifiuti.
Nella sua prima seduta del 05.05.2015 il Comitato Regionale VIA, acquisiti i pareri forniti dalle Amministrazioni coinvolte e particolarmente della Città Metropolitana – Servizio Ambiente- che con suo documento datato 16.02.2015, aveva espresso giudizio di non compatibilità ambientale per il procedimento in fase di discussione, ritenne di non potersi esprimere per un parere favorevole di valutazione di impatto ambientale, per gli aspetti relativi alla sopraelevazione delle quote di chiusura dei Lotti I,II e III […………..] e per l’impiego, nello strato di regolarizzazione sottostante al pacchetto di chiusura di tutti i lotti, dei rifiuti aventi codice CER 10.09.03 (scorie di fusione). E quell’avviso, sia pure interlocutorio del Comitato, ebbe a produrre un primo sostanziale effetto, nel senso che indusse l’ing. Trematore, Dirigente del Settore comunale “Ambiente”, a trasmettere il proprio parere di competenza, con la nota n.10596 del 22.05.2015, esprimendo “avviso contrario alla proposta progettuale in argomento”, presentata dalla Daneco. Parere che fu acquisito agli atti della successiva Conferenza di Servizi del 25.05.2015, insieme a quelli, altrettanto negativi, dell’ASL dell’ARPA e della Città Metropolitana. E, sempre in questa fase, si registra ancora una comunicazione di Trematore, datata 22.05.2015 n.10622, con la quale sottolineava: “in considerazione del fatto che, a riscontro delle predette note, ad oggi non risultano comunicate e avviate soluzioni da adottare per il superamento delle criticità evidenziate, si evidenzia la preoccupazione per il prosieguo in condizioni di sicurezza e conformemente alla vigente normativa di settore delle attuali attività svolte. Pertanto, per le considerazioni sopra riportate, si ritiene vi siano le condizioni per avviare senza ulteriore indugio la valutazione per l’eventuale definizione delle procedure finalizzate alla chiusura dell’impianto transitorio”.
(Chissà se Depalma conosce a pieno il contenuto di queste note del suo Dirigente chiamato a sostituire l’arch. Turturro che, per analoghe affermazioni sul tema, fu defenestrato dalla direzione del 3° Settore.)
Sicché a fronte di tali giudizi non favorevoli, raccolti a verbale nella Conferenza di Servizi 25.05 2015, la soc. Daneco ebbe a produrre un sostanziale aggiornamento al suo progetto, evidenziando che con riferimento alle volumetrie in discussione, a seguito di attenti rilievi, aveva stimato una “ volumetria lorda al di sotto delle quote di chiusura autorizzate, pari a circa 65.000m3, che per effetto della morfologia della discarica e della conformazione dei profili di chiusura, potrebbe essere sfruttata per circa 30.000/35000m3." In altri termini Daneco faceva presente che la volumetria da colmare sulle quote dei primi tre Lotti si riduceva al 50% di quanto pianificato inizialmente di 70.500 m3, ancorché lo spessore del sopralzo rimaneva sempre di 1,5/2 m.. Ed, ancora, a questo riguardo, prospettava, altresì, che tale spessore, indispensabile a costituire lo strato di regolarizzazione, poteva essere costituito con stabilizzato R.B.D. e/o R.B.M. o, in alternativa, con materiale inerte. Si riapriva così un altro ciclo di indagine istruttoria da parte di tutti gli Enti ed Amministrazioni i cui esiti sono stati consegnati e posti a disamina in altra Conferenza di Servizi in data 16.07.2015. Anche in questa sede di consultazione e di confronto i responsi emersi non hanno riverberato supporti favorevoli ad una decisione di compatibilità ambientale per il sopralzo delle quote finali dei primi tre Lotti di discarica in discussione.
Ed è a questo punto che Daneco si gioca il tutto e per tutto, pur di avere risconti positivi al suo programma di riavvio dell’esercizio. Infatti, eccepisce che le operazioni di chiusura dei Lotti I,II,III, eseguite separatamente ed in modo disgiunto dalla quota di copertura terminale del VI Lotto, sarebbero tecnicamente irrealizzabile “in quanto comporterebbe l’errata regimentazione delle acque meteoriche superficiali che non potrebbero essere gestite coerentemente con buone norme tecniche”. Dunque, la società di gestione ha paventato che, in questo stato di dislivello in cui si trovano le diverse quote dei Lotti coltivati in adiacenza tra loro, non si potrebbero realizzare adeguati interventi di copertura terminale degli stessi e, quindi, andrebbero compromesse le attività di gestione post-chiusura della discarica. Questa nuova interposizione porta ad avviare una nuova serie di rilievi tecnici da parte delle Autorità coinvolte nel procedimento autorizzativo al fine di analizzare le condizioni, i termini e la natura dei materiali più appropriati per addivenire alla regolarizzazione dei profili dei primi tre Lotti con il VI che la Daneco insisteva dovesse essere posta a realizzazione con l’impiego di rifiuto biostabilizzato, ovvero RBM e/o RDB. Ed ancora si è anche rappresentata, a questo punto, l’esigenza di valutare la fattibilità della permanenza sui tre Lotti del rifiuto trattato abbancato in sopralzo ai Lotti medesimi, pari all’incirca a 13.000 m3, all’indomani della Ordinanza di Depalma n.62/2014, rimasta operativa fino al prima decade di gennaio 2015. Gli ulteriori rilievi aggiuntivi prolungatisi ancora per altri mesi sono stati portati a compendio nella discussione dell’ultima Conferenza di Servizi convocata, sempre in Regione, per il 18 dicembre 2015. Nel corso della stessa, sono stati riassunti gli esiti peritali e di valutazione della ipotesi di sopralzo in uniformità di tutti i Lotti a confronto con quella nello stato di attuale dislivello, nonché le analisi di studio comparativi messi a punto dagli Enti di vigilanza ed ancora le ultime valutazioni delle Amministrazioni interessate alla procedura. Per l’occasione, inaspettatamente, la Daneco ha inspiegabilmente notificato che “il materiale movimentato in seguito all’esecuzione dei lavori effettuati per la realizzazione del V Lotto è stato smaltito conformemente a quanto disposto dall’art. 183 del D.lgs. n.152/2006. Allo stato attuale il cantiere è fermo e pertanto non è presente rifiuto CER 10.09.03, essendo sospesi i lavori di scavo e sistemazione del lotto richiamato”.
A tale specificazione della Daneco, secondo cui sul sito non v’è alcuna presenza di scorie di fusione come da sempre affermato essendo, peraltro, il cantiere per la costruzione dell’Impianto di smaltimento a regime, fermo, ha fatto riscontro il Sindaco Depalma che ha ribadito la volontà del Comune di procedere immediatamente alla rigenerazione di tutti i Lotti coltivati, a prescindere di quello che sarà per i Lotti I,II e III.
Sulla base di tutti gli elementi documentali oggetto di valutazioni, portate a termine dagli Organismi regionali competenti, e delle integrazioni prodotte a più riprese dalla Daneco, il Comitato Tecnico per l’ambiente, nelle seduta del 16 febbraio 2016, ha ritenuto di doversi conformare agli argomentati contenuti dei pareri rilasciati dagli Enti di vigilanza. In tal senso ha potuto esprimere parere favorevole esclusivamente alla realizzazione dello strato di regolarizzazione e alla riprofilatura con la sopraelevazione di circa 1,5/2 m. delle quote di chiusura finale dei Lotti di discarica I,II e III, al fine di uniformarne i relativi profili terminali a quelli del VI Lotto. Ma ha altresì escluso che per tale operazione si possano utilizzare i materiali proposti dalla Daneco, né tanto meno i rifiuti di sovvallo. A tale scopo ha richiesto che vengano impiegati solamente inerti da cava, oppure terreno vegetale e/o compost come da AIA vigente. Ha così denegato che si possa utilizzare rifiuto biostabilizzato, ovvero RBM e/o RBD e, in parte, le scorie di fusione, rifiuto non pericoloso CER 10.09.03, asserito dalla Daneco, all’inizio, essere disponibile sul sito, ed in quantità sufficiente per uniformare in parte gli strati sottostanti alle coperture terminali di tutti i Lotti.
A questo punto non rimane che riassumere in estrema sintesi le soluzioni che le Direzioni Regionali hanno ormai in via conclusiva intravisto a riscontro della procedura di valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale richiesta dalla Daneco per mantenere ancora operativo il suo vecchio impianto di biostabilizzazione autorizzato a suo tempo per un esercizio provvisorio, in attesa che si costruisse il nuovo impianto. E vediamo quali sono le risultanze a riscontro dei quattro punti a fondamento del progetto Daneco, sopra analizzati:
1. Riguardo alla prima prospettazione di rinnovo dell’esercizio dell’impianto provvisorio di biostabilizzazione meccanica si è espresso il Servizio Regionale “Rischio industriale-Ufficio Autorizzazione Integrata Ambientale” con apposita nota n. AGO 169_3697 del 14 settembre 2015. Detta Determina si esplicita positivamente avendo recepito le modifiche introdotte dal D.lgs. N.46 del 04.03.2014, riguardo alle linee di indirizzo sulle modalità applicative della disciplina di prevenzione e riduzione dell’inquinamento inserite nel Titolo III-bis, p.2. del D.lgs. n.152/2006. A tal proposito l’Ufficio Regionale conferma la funzionalità dell’impianto provvisorio, in forza della D.D.n.507/2009 che ne aveva regolamentato l’esercizio e ne proroga la validità dell’autorizzazione medesima ancora per altri 5 anni dalla data di scadenza della prima concessione. L’autorizzazione, tuttavia, è stata subordinata a tutta una serie di adeguamenti strutturali dell’impianto e all’introduzione di misure cautelative e prescrizionali per il suo funzionamento operativo. Adempimenti di notevole riguardo che avrebbero dovuto essere eseguiti entro 60 giorni dalla emissione della Determina regionale. Inoltre, avendo Depalma richiesto, in occasione del primo incontro di avvio della procedura VIA/AIA, in data 04.09.2014, che in sede di esame VIA “venisse valutato in VIA l’intero assetto impiantistico, ovvero l’assetto a regime e l’assetto in transitorio e che lo stesso impianto «fosse autorizzato con un unico procedimento di AIA»” il Dirigente regionale ha formalizzato, in accordo con la stessa Daneco, un cronoprogramma di dettaglio delle opere d’esecuzione edificatoria del nuovo impianto a regime, già appaltate dal Comune nel dicembre 2008, e rese cantierabili con regolare ordinazione dell’Ufficio Tecnico Comunale.
Purtroppo, la Daneco non solo non ha aperto il cantiere per la edificazione del nuovo impianto a regime, ma non ha neppure provveduto agli adeguamenti infrastrutturali dell’impianto provvisorio di cui ha chiesto di continuare l’esercizio. L’inottemperanza ad eseguire gli adeguamenti richiesti ha provocato l’intervento di diffida della Regione che ha pure intimato alla Daneco, all’inizio di febbraio scorso, la sospensione dell’efficacia del provvedimento autorizzativo di proroga dell’esercizio temporaneo, fin tanto che non saranno messe a punto le richieste misure strutturali al complesso delle bio-celle.
2. Per quanto concerne la questione degli interventi per l’ottenimento dell’uniformità dei profili dei lotti e la chiusura unica del corpo di discarica dei Lotti I,II, III e VI è stato sopra sufficientemente richiamato il parere fornito dal Comitato tecnico regionale di impatto ambientale che si è espresso favorevolmente per la sopraelevazione dei Lotti I,II e III fino alla quota limite del VI Lotto lasciando stipati i rifiuti di sovvallo ammassati durante il periodo di novembre/dicembre 2014 in cui si è data attuazione alla Ordinanza del Sindaco. Tanto al fine di consentire una omogenea azione di trattamento di chiusura e post-gestione dei quattro lotti. Al contrario non ha potuto assentire l’utilizzo dei materiali richiesti dalla Daneco per la regolarizzazione dello strato sottostante alla copertura terminale dei Lotti e ha convenuto dover ricorrere all’impiego solo di inerti da cava o di terreno vegetale e/o compost per l’intera sopraelevazione dei Lotti I,II, e III il cui volume da colmare sarebbe stimato di circa 1,5/2 m. Tale risoluzione, peraltro, è una riformulazione delle misure tecnico-operative imposte per la copertura finale sempre dei Lotti I,II e III dalla D.D. n.507/2009 che, all’epoca, aveva già escluso, tra l’altro, la fattibilità a sfruttare le volumetrie che si sarebbero potuto ricavare con il rialzo dei profili di detti Lotti per abbancare ulteriormente rifiuti pretrattati in attesa della predisposizione del VI Lotto.
3. Con riferimento, infine, all’ultima richiesta, quella di autorizzazione alla realizzazione della viabilità di accesso alle aree impiantistiche in sostituzione della vecchia strada vicinale San Pietro Pago, al momento consentito attraverso un tracciato viario provvisorio, l’Ufficio AIA ha più volte ribadito di non doversi esprimere sull’argomento, trattandosi di un intervento
estraneo e al di fuori del perimetro di confine del complesso impiantistico della discarica.
In merito, pur acquisita in via informale la disponibilità della società Daneco a farsi carico degli oneri per la realizzazione della nuova strada, secondo l’ipotesi prospettata dal Comune, viene, tuttavia, rappresentata la necessità che il nuovo sistema stradale di collegamento alla discarica debba essere inserito in un provvedimento di variante urbanistica di pertinenza del Consiglio comunale. Un passaggio che Depalma si astiene dal fare per sfuggire ad un prevedibile acceso confronto politico che potrebbe aprire una importante e necessaria discussione democratica per cominciare a intravedere quale possa essere il reale futuro dell’impianto infrastrutturale di San Pietro Pago. Un insediamento questo che ha stravolto la realtà di quel comprensorio agricolo del nostro territorio e che ha comportato una consistente variazione del P.R.G. tipizzando il sito come area per urbanizzazioni secondarie di cui all’art.16, c.2 del DPR n.380/2001 –“impianti destinati allo smaltimento, riciclaggio e distruzione dei rifiuti solidi-liquidi urbani, speciali e pericolosi”-.
Questi i fatti pienamente documentati e circoscritti nel loro contesto argomentativo. E questi gli interrogativi che ci si è posti dopo la cognizione attenta di detti documenti: Quali le conseguenze emergenti dai provvedimenti disquisiti? A cosa tende la soc. Daneco che pretende di continuare l’attività di smaltimento e trattamento dei rifiuti a San Pietro Pago ma, in sostanza, non ha ottemperato ai dispositivi di regimentazione della gestione operativa della discarica ed ancor più agli accordi contrattuali cui si è assoggettata con l’acquisizione dell’appalto delle attività di smaltimento dei rifiuti urbani dell’ambito ATO/BA?
Ora, mentre si era in attesa della decisione definitiva del Servizio regionale Ecologia circa l’autorizzazione VIA/AIA all’innalzamento delle quote dei Lotti I,II e III, interviene il provvedimento di sequestro della discarica che blocca ogni operatività e forse sospende qualsiasi altro provvedimento delle Autorità regionali circa la ripresa del funzionamento dello smaltimento.
A fronte di un intervento di tale natura non si può non esprimere un fondo di preoccupazione riguardo alle sorti della discarica e anche a possibili rischi d’insorgenza di grosse controversie in materia di continuazione di post-gestione in tutta sicurezza dell’intero impianto:
- Daneco non ha provveduto a edificare lo stabilimento a regime per il trattamento e smaltimento rifiuti con annessa discarica di soccorso V Lotto, che avrebbe dovuto essere da tempo in funzione in sostituzione dell’impianto provvisorio, disattendendo gli obblighi convenzionati con contratto n. rep.2313 del 30.12.2008.
E non v’è alcun segnale che indichi che quella realtà infrastrutturale venga a realizzazione. Sembra ci stia rinunciando anche Depalma alla costruzione di detto stabilimento, nonostante dica che mette alle strette la società a dar corso ai suoi impegni. Sta di fatto che l’investimento, ad apporto finanziario a completo carico della Daneco, di oltre quaranta milioni di Euro, negli atti programmatici della sua conduzione amministrativa e finanziaria, non risulta più inserito nell’elenco delle opere pubbliche da realizzarsi sul territorio. Neppure nella Scheda Triennale delle Opere Pubbliche 2016-2018, allegata alla Delibera di Giunta n.44 del 31 marzo scorso, appare questo intervento. Ragion per cui deve desumersi che l’impianto non è più da considerare nelle previsioni delle dotazioni infrastrutturali pubbliche del Comune.
- Chiedeva sempre la Daneco di poter avere la proroga per le attività di selezione e trattamento meccanico dei rifiuti continuando l’esercizio dell’impianto provvisorio di biostabizzazione presente sulla superficie del III Lotto, ma non si è adoperata in alcun modo a provvedere agli adeguamenti infrastrutturali previsti dall’Ufficio Regionale “Rischio Industriale” con il provvedimento di proroga della precedente concessione, di cui alla nota n.AGO 169_3697 del 14 settembre 2015.
Ed è realisticamente da dubitare che Daneco voglia attivarsi in questo senso non avendo alcuna possibilità di abbancare i rifiuti di sovvallo in discarica, venendo a mancare l’autorizzazione al sopralzo dei Lotti I,II e III mediante l’abbancamento dei rifiuti.
- Il sito di San Pietro Pago da mesi non è più operativo a causa della mancata costruzione dell’impianto a regime e delle insufficienti garanzie di sicurezza operativa dell’impianto provvesorio. E, in ragione di quanto sopra chiarificato bisogna mettere mano alle operazioni di chiusura e post-gestione del complesso della discarica compreso il IV Lotto che si era preventivato dovesse essere adeguato per la copertura finale unitamente alla colmata del realizzando V Lotto che la Daneco dice di tenere in sospeso non provvedendo alla costruzione dello stabilimento a regime;
- Depalma, dal canto suo, blatera che la soluzione previsionata dalle Autorità regionali riguardo alla tecnica di chiusura finale del complesso della discarica con materiale inerte o terreno vegetale è altamente costoso ed antieconomico e, oltretutto, dubita possa essere in linea con il buon senso e l’ordine legale.
Sta di fatto che una tale modalità operativa di copertura finale dei Lotti in discussione era stata già definita con la D.D. n.507/2009 ed accettata dalla Daneco, allorquando ebbe a concordare le condizioni operative e di esercizio dell’impianto provvisorio con l’annessa discarica di soccorso VI Lotto. Tra l’altro detti interventi di chiusura della discarica e di post-esercizio della stessa in tutta sicurezza sono previsti a carico della società concessionaria della gestione della discarica come da Artt. 8 e 9 del contratto di repertorio n.60387 del 26.09.2003, unico atto negoziale che ha regolamentato finora i rapporti tra il Comune e l’azienda Daneco, subentrata alla soc. SPEM nella gestione della attività di discarica.
A fronte di tutte queste insorgenti problematiche, Tom sa fare le solite battute umoristiche come quelle a chiusura del riscontro a LED : “Non serve alcun dibattito sulla questione perché i fatti sono tutti sul tavolo e chiunque può fare le dovute considerazioni”. (Cfr. testo Facebook –Comune di Giovinazzo ´Cittadini in Rete´- del 14 marzo scorso).
Fosse solo questo…… fare considerazioni!
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