Nello scorcio finale dell’anno appena trascorso il Sindaco, avendo tenuto per sé la delega all’Ambiente e ai Lavori Pubblici dopo che l'ing. Sannicandro è stato richiamato nello staff del Presidente Emiliano, si è sbizzarrito ad esercitare il potere di indirizzo politico con una serie di atti dispositivi comprovati tutti dal suo Esecutivo. E, avvalendosi di tale facoltà potestativa ha individuato le progettualità che l’ing. Trematore, a capo del 3° Settore, deve predisporre con la sua Struttura, senza, però, specificare i termini entro cui il Dirigente deve ottemperare agli impegni imposti. Una di queste determinazioni risulta essere la Delibera di Giunta n.189 del 24 dicembre 2015 dal titolo “Infrastruttura viaria del centro storico - Atto di indirizzo”. Con tale dispositivo il Sindaco, in proiezione di una valorizzazione della città vecchia, ha incaricato la Struttura Tecnica comunale di elaborare un progetto esecutivo di rifacimento dell’infrastruttura viaria e di sistemazione delle sottostanti condotte dei servizi. Così Depalma ha reso pubblico l’intenzione di voler ora avere a disposizione un progetto di sistemazione della rete stradale della città murata, come lui la definisce, per conoscere le necessità finanziare da reperire nel prossimo documento economico e addivenire alla realizzazione dell’intervento prima che giunga a termine il mandato. Magari potesse mettere a segno questo proposito!
Ed, infatti,, questa sorta di committenza progettistica, che poteva prodursi anche in forma diversa, in seno alla Struttura medesima, nell’ambito dei rapporti funzionali tra Assessore e Dirigente, non è scevra da fondati rilievi che danno il senso della strumentalità stessa del provvedimento, rivelandosi un’astuta strategia di propaganda politica. E spiego le ragioni del mio appunto a tale modo di fare.
Muratura di via Concezione
Con l’esposizione fatta alla Giunta a giustificazione della adozione della delibera sopra richiamata, Depalma afferma “che il patrimonio edilizio abitativo risulta essere in parte degradato se non quando in stato di abbandono, con aree di uso pubblico che necessitano di un recupero ad una funzione ed ad una immagine propria del tessuto cittadino storico”. Sul punto val la pena rimarcare che l’unico contesto risultante in stato di completo degrado ed abbandono è quello circoscritto nell’area confinata dai due tracciati viari rimasti, da tempo immemorabile, impraticabili per essere stati interrotti e sbarrati alla fine degli anni ’50 del secolo scorso a causa del pericolo di crolli di alcuni edifici privati. Per evitare rischi alla pubblica incolumità due stradine di epoca medioevale furono completamente chiuse con tamponamenti in muratura senza però mai intervenire nei confronti dei possessori degli edifici pericolanti per mettere in sicurezza le loro proprietà; per cui oggi quei tracciati viari sembrano ormai scomparsi dallo stradario cittadino. Mi riferisco specificatamente a Via Corsignano e a Via Concezione che, diramandosi entrambe parallelamente da Via Spirito Santo, si intersecavano nei pressi di un arco sottoposto ad un edificio privato, attualmente abitato, per congiungersi con Via Lecce (come si può rilevare dalle foto allegate). Peraltro, l’area, interessata da completo dissesto edilizio e che si estende dai margini di Via Spirito Santo lungo tutto il fronte di Via Concezione, è stata oggetto di ben due Ordinanze sindacali a firma proprio del Depalma: la n.6/2013 e la n.19/2013. Entrambe le Ordinanze emesse nei confronti dei privati proprietari perché eliminassero le parti di fabbrica pericolanti e mettessero in sicurezza il comprensorio avrebbero consentito, se messe in atto, lo sgombero dei detriti e del materiale abbattutosi sulla sede stradale e, quindi, la riapertura delle due storiche strade. Purtroppo, quelle Ordinanze non hanno avuto alcun seguito, né gli organi tecnici chiamati a vigilarne l’esecuzione hanno intimato l’adempimento delle relative prescrizioni. La questione, dagli aspetti a dir poco deleteri circa la credibilità stessa del potere ordinatorio della Amministrazione comunale, fu da me denunciata con un articolo intitolato “A forza di slogan, Giovinazzo cambia” con il numero di giugno 2013 di questo mensile. Tanto perché, a fronte dell’inerzia dei destinatari delle Ordinanze, lo stato dei luoghi è rimasto tuttora inalterato con grossi problemi di crollo dei manufatti fatiscenti e per i cedimenti delle murature che continuano a verificarsi all’interno del sito interdetto.
Chiusura completa di Via Corsignano
Ma quello che è più grave di tutta questa vicenda è il fatto che parte del sedime delle stradine medioevali chiuse, ormai da decenni, sono entrate nella disponibilità reale di privati e, quindi, sottratte alla loro funzione e al contesto urbano di maggiore interesse storico-paesaggistico. Aggiungo, pure, che, ancora una volta, nello stesso mio scritto di cui ho fatto cenno, richiamavo la necessità di eliminare l’imponente contrafforte in tufo, che ostacola il regolare transito su via Spirito Santo, costruito, sempre alla fine degli anni ’50, a sostegno della facciata dell’edificio privato opposto all’area compromessa. Ma Depalma, come anche Natalicchio e gli altri Sindaci che l’hanno preceduto, di qualsiasi colore politico, non si sono mai peritati di rivalutare quell’ambito urbano, tanto degradato anche dal punto di vista igienico-sanitario, con un piano adeguato di indispensabili abbattimenti di muri pericolanti e di decoroso recupero conservativo degli eventuali spazi risultanti dalle demolizioni e, quindi restituire alla collettività le due strade medioevali. E’ mancato da sempre, nonostante le tante enunciazioni di valorizzazione del borgo storico, un concreto interesse per la conservazione e la rivalutazione dell’intero patrimonio paesaggistico all'interno della cinta antica della città. Ci hanno pensato solo e sempre i privati con le diverse opere di adeguamento abitativo delle singole unità immobiliari sottratte al degrado e all’abbandono più completo, sin dagli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo.
Ora Depalma manifesta la decisione di prendere in considerazione la riqualificazione dell’abitato antico volendo acquisire dalla sua Struttura tecnica un quadro programmatico di tutela ambientale per iniziare appunto ad intervenire con una significativa opera di rifacimento della rete stradale. Un intervento che, sempre nella sua relazione istruttoria della Delibera giuntale n.189 della vigilia di Natale, dice di essere rimasto fuori dal programma triennale -2015-2017- delle opere pubbliche, allegato al Bilancio comunale di previsione 2015, approvato lo scorso agosto dalla sua maggioranza in Consiglio comunale. E veniamo, dunque, allo specifico dell’argomento in trattazione. Ebbene chiarire, per chi non è addentro alle procedure tecnico-amministrative che esplicitano la conduzione gestionale dell’Ente comunale, che la Deliberazione di preordinazione delle Opere Pubbliche, da realizzarsi nel corso di un triennio, è un documento integrativo al bilancio cittadino perché registra non solo la natura dei lavori pubblici in previsione di attuazione ma, anche, le relative risorse economiche impegnate per ciascun intervento e la loro fonte di finanziamento ed, ancora, un cronoprogramma di esecuzione. Questa la ragione per cui Depalma si sarebbe mosso a chiedere al Dirigente di Settore di approntare un progetto di risistemazione delle vie del centro storico, mancando l’inserimento di questo intervento nell’ultimo programma triennale dei lavori pubblici reso operativo con la delibera n. 48 del 9 agosto 2015.
E tanto renderebbe merito al Sindaco per questo suo ravvedimento, che mostra, giusto adesso, in questa fase terminale del suo governo, di prediligere un primo intervento pubblico riguardo alla città storica, se non fosse che un provvedimento della specie e di notevole consistenza in termini di spesa era stato da tempo preordinato. Infatti, nella distinta delle opere pubbliche relative al triennio 2012-2014, peraltro, approvata nella seduta consiliare del 20 luglio 2012 dalla sua maggioranza, al progressivo n. “20” figura un progetto di rilevante impegno economico, titolato “Centro antico – rifacimento basolato di Piazza Costantinopoli e Piazza Duomo, per una spesa a carico del bilancio comunale di ben € 353.330,000. Un’opera pubblica che, stando alla scheda n.3 di quell’articolato piano operativo, doveva essere realizzata entro il 2013 e che il responsabile di coordinamento (RUP), per la qualità dell’opera medesima, era lo stesso ex dirigente di Settore, arch. Vincenzo Turturro. L’intervento sempre di pari importo lo si riscontra incluso ancora nella schema del programma triennale -2013-2015- di cui alla Delibera di Giunta n.57 del 20.03.20013 ed, ancora, nell’analoga delibera dell’anno successivo adottata dalla Giunta con atto n.35 dell’11.03.2014 per il triennio 2014-2016. Tuttavia, quest’ultimo schema, deliberato dalla Giunta con atto n.35/2014 fu portato all’approvazione del Consiglio comunale in parte modificato. Nell’elenco delle opere pianificate risulta stralciato proprio il progetto di sistemazione delle Piazze Costantinopoli e Duomo. E l’Assemblea cittadina con la delibera n. 44 del 7 agosto 2014 approvò quel programma di lavori -2014-2016- privo dell’intervento di cui si discute, né figura inserita altra opera da finanziarsi con il corrispondente impegno economico di € 353.330,000. Sta di fatto che cancellata l’opera dal programma dei lavori, già per l’anno 2014, quelle piazze sono state private da qualsivoglia opera di sistemazione o riparazione delle vecchie pavimentazioni. Si vede che messo fuori gioco il Dirigente Turturro anche quel progetto è andato in archivio ed è rimasto fuori da ogni proposizione gestionale dell’Amministrazione al potere.
Dunque, contrariamente a quanto afferma Depalma, un progetto di tutto rispetto, almeno per l’entità della spesa preventivata, era già da tempo preordinato, ancorché riveniente dalla precedente Amministrazione Natalicchio. Allora, perché quell’opera non è andata in porto pur disponendo dell’assegnazione della relativa disponibilità economica, come comprovato dallo stesso Dirigente al ramo finanziario con il visto a margine di tutti gli atti deliberativi menzionati?. Forse è sorta nel frattempo qualche altra necessità di maggior interesse cui è stata dirottata quella assegnazione di risorse e l’intervento del centro storico è passato in secondo ordine?. A Tom sembra impellente, solo a conclusione del suo mandato, dedicarsi alla valorizzazione del centro antico e, quindi, sollecita il Dirigente con un formale atto specifico a mettere mano alla redazione di una progettazione. Che non sia questa già una forma di propaganda politica per la sua rielezione?
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