La Regione Puglia nega l'utilizzo di rifiuti per il sopralzo del I, II e III lotto della discarica di San Pietro Pago. Revocata l’ autorizzazione all’ impianto transitorio e ai lotti I, II, III e VI della discarica. Depalma contraddittorio in Consiglio Comunale.
La discarica di San Pietro Pago ha colpito ancora. Un altro capitolo importante è stato scritto sulla geenna cittadina. Il 18 novembre la Regione Puglia ha finalmente chiuso il procedimento relativo al sopralzo del I, II e III lotto ed ha revocato la DD 507/2009. Due fatti importantissimi che chiudono una storia che non avremmo mai voluto leggere.
celle di biostabilizzazione impianto transitorio
Oggi cominciamo con la prima puntata di uno speciale che tenterà di spiegarvi il primo dei due procedimenti anche alla luce dell’ ultimo Consiglio Comunale dedicato in cui il Sindaco ha espresso le sue considerazioni. Tutto inizia con l’istanza di attivazione della procedura coordinata VIA-AIA trasmessa in data 30 giugno 2014 dalla Daneco Impianti S.p.A in cui si chiedeva di soprelevare, di circa 1,5 – 2 metri medi, le quote di chiusura finale dei lotti di discarica I, II e III, al fine di uniformare i relativi profili di chiusura finale a quelli del lotto VI, già autorizzati con Ordinanza del Presidente della Regione Puglia n. 4/2013, realizzando, a fine coltivazione, una copertura finale unica ed altimetricamente omogenea, per ottenere volumetrie di abbanco dei rifiuti utili per circa 47.700 m3. Oltre a questo si chiedeva anche di realizzare lo strato di regolarizzazione dei lotti I, II, III e VI, la cui funzione è quella di permettere la corretta posa in opera degli strati sovrastanti del pacchetto di chiusura finale e la cui esecuzione avviene mediante l’utilizzo di RBD (Rifiuto Biostabilizzato da Discarica) e/o RBM (Rifiuto Biostabilizzato Maturo) per uno spessore medio di circa 20 cm al di sopra del rifiuto abbancato in discarica mediante l’impiego, sino alla misura massima del 30% in peso, dei materiali rinvenuti nel corso delle operazioni di scavo e rimodellamento del sito della discarica di servizio e soccorso V lotto, classificati con codice C.E.R. 10.09.03 (scorie di fusione), per un quantitativo massimo complessivo di circa 5.600 tonnellate (3.300 m3). Infine Daneco chiedeva di eliminare l’attuale viabilità di accesso alle aree impiantistiche, identificata nella strada vicinale detta “di S. Pietro Pago”, e sostituirla con una nuova viabilità. Quest’ ultima istanza era già stata derubricata in quanto di competenza comunale.
E’ giusto ricordare che nel 2011 con la DD 318/2011 fu aggiornata la DD 507/2009 autorizzando il rimodellamento del VI lotto attraverso l’ abbancamento di 225.000 m3, comprensivi dei volumi già abbancati con le OPR precedenti, e le procedure di chiusura provvisoria e definitiva per gestire al meglio la fase di post gestione. Successivamente dopo l’ insediamento della giunta Depalma, fu autorizzato un ulteriore sopralzo del VI lotto per 71.000 m3 con la OPR 04 del 01 luglio 2013. Durante le Conferenze di Servizio preliminari il Comune di Giovinazzo, rappresentato dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio Vito Favuzzi, non si è oppose. Oltre all’ autorizzazione al sopralzo fu concesso a Daneco anche un aumento delle tariffe. Ma ritorniamo agli ultimi avvenimenti. Dopo un lungo e travagliato iter procedurale ed infinite riunioni con successive istanze e presentazione di integrazioni progettuali e pareri tecnici trasmessi da parte di Daneco la Regione Puglia ha definitivamente espresso il suo parere di compatibilità ambientale negativo per la realizzazione della sopraelevazione delle quote di chiusura finale dei lotti di discarica I, II e III mediante l’abbancamento di rifiuti e giudizio di compatibilità ambientale negativo per l’impiego, nello strato di regolarizzazione delle scorie di fusione. Ma non basta. Gli uffici regionali hanno determinato che per la realizzazione della sopraelevazione delle quote di chiusura finale dei lotti di discarica I, II e III Daneco deve utilizzare terreno vegetale e/o compost. La Regione ha in pratica definito la chiusura dell’ impianto e la copertura definitiva in conformità alla Determina Dirigenziale 318 del 2011.
sequestro dell’area di discarica lotti I, II, III e VI, convalidato con Decreto della Procura della Repubblica di Bari del 23.04.2016
Questa decisione è scaturita perché lo spessore di argilla del fondo discarica dei primi tre lotti non è conforme ai criteri minimi di salvaguardia ambientale previsti dal D.Lgs. 36/2003 e le reti di captazione di percolato e di biogas risalgono alla fine degli anni 80. Pertanto, dopo ripetute ispezioni ordinarie e straordinarie l’ ufficio AIA ritiene che non possano escludersi criticità relativamente alla integrità e funzionalità delle stesse. Inoltre viene ribadito che un eventuale abbancamento di rifiuti biostabilizzati non può escludere ripercussioni negative sulle componenti ambientali, soprattutto per il prolungamento della formazione di percolato sul fondo della discarica.
Manifestazione "Comitato per la salute pubblica-no alla discarica" del 03 gennaio 2015
Tale decisione definitiva conferma quello che tanti giovinazzesi avevano sempre contestato al Sindaco Depalma e cioè che ulteriori rifiuti non potevano essere abbancati sui primi tre lotti e che la sua ordinanza del novembre 2014 avrebbe potuto provocare danni ambientali irreversibili. Probabilmente per questo motivo, nel consiglio comunale del 01 dicembre, il Sindaco ha ribadito ancora una volta la sua contrarietà alla decisione regionale, esponendo in maniera dura e piccata il proprio dissenso. Depalma ha sostenuto che i rifiuti hanno un peso inferire a quello del Compost o del terreno vegetale e che la barriera di difesa del fondo della discarica potrebbe subire maggiori danni. Inoltre Il Sindaco ha affermato che il numero di camion necessari a portare i materiali previsti dalla determina regionale provocherebbero un maggior inquinamento. Stesso ragionamento sull’ utilizzo di scorie di fusione nello strato di regolarizzazione. Depalma ha dichiarato che una maggior frantumazione e un cambio di codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) avrebbe permesso l’ utilizzo di tale rifiuto senza alcun problema. Nelle conferenze di servizio propedeutiche alla emanazione della determina dirigenziale l’ Arpa aveva anche paventato la necessità di dover rimuovere i rifiuti abbancati durante il periodo di validità dell’ ordinanza del Sindaco, dai giovinazzesi sempre contestata, e alla fine non si è fatto solo perché il danno ambientale della movimentazione di tali rifiuti sarebbe stato maggiore. Il Sindaco ha anche dimenticato che il Comune di Giovinazzo con nota prot. n. 10596 del 22.05.2015 del 3° settore, Gestione del Territorio, ha trasmesso il proprio parere di competenza esprimendo “ parere contrario alla proposta progettuale in argomento” . In sostanza l’ ing. Trematore aveva espresso parere negativo all’ abbancamento di rifiuti sul I,II e III lotto.
Camion in arrivo che scaricano rifiuti
Il sindaco ancora una volta contraddice gli atti ufficiali e gli stessi dirigenti del Comune che hanno sicuramente operato con professionalità e competenza. Tommaso Depalma dimentica che un’ autorizzazione ambientale non può essere concessa su basi politiche ma deve essere supportata da solide basi tecniche. Tra l’altro la tesi del Sindaco è alquanto bizzarra perché in netto contrasto con quanto sostenuto dagli uffici tecnici regionali e comunali e stranamente conforme alla richiesta di Daneco. Il lungo iter procedimentale che ha portato alla decisione di non consentire un ulteriore abbancamento di rifiuti e di non permettere l’utilizzo di scorie di fusione nello strato di regolarizzazione è stato condiviso da tutti gli uffici tecnici della Regione Puglia, Città Metropolitana e Comune di Giovinazzo. Tale scelta dimostra una forte volontà di emanare un provvedimento equilibrato e sostenibile per l’ ambiente piuttosto che valutazioni di tipo economico che competono ad altri enti sovracomunali. E questo un Sindaco dovrebbe saperlo!
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