Le transenne comunali, poste da tempo a rinforzo della struttura del parapetto lungo tutto il tratto di via Marina, ormai, si può dire, fanno parte dell’immagine paesaggistica delle mura che delimitano ad occidente il centro antico. Nessuno ci fa più caso! Sono diventate quasi corpo unico con gli elementi della ringhiera che inframmezza i pilastrini in pietra e, parimenti a quei componenti in ferro, sono state aggredite dalla ruggine. Speriamo che resistano fin tanto che non si addivenga finalmente a trovare un modulo strutturale per ripristinare quel percorso in tutta sicurezza, visto che Tom ha aperto un nuovo capitolo riguardo al tipo di opere che ha in animo di realizzare, senza però alcuna certezza per la loro esecuzione. E già perché al vecchio progetto, tanto controverso, se ne vuole sostituire un altro che viene presentato, questa volta, con il titolo di “Lavori di Manutenzione straordinaria lungomare via Marina”, ma di cui non si conoscono né le modalità tecniche né la linea di intervento. Appena un mese fa, con altro mio scritto, ho dato notizia della iniziativa intrapresa dal Comune di produrre appello al Consiglio di Stato contro la Ordinanza del TAR che sospendeva la decisione con cui il Dirigente comunale, ing. Trematore, aveva dichiarato decaduta la soc. Archeo & Restauri dall’appalto, già aggiudicato dei “Lavori di messa in sicurezza della passeggiata storica di via Marina”. Nella circostanza ho fatto notare come quel ricorso, in un certo senso, era rispondente alle ultime direttive che Tom, in qualità di Assessore ai Lavori Pubblici, aveva impartito a mezzo della deliberazione di Giunta, n.190 della vigilia di Natale scorso, di ripartire con un nuovo progetto per il recupero i quel sito. Infatti, con detta delibera la Giunta decretava una scelta politica alternativa a quella fin allora perseguita, per cui decideva di archiviare l’originario progetto di Natalicchio, ancorché, qualche mese prima, maggio 2015, la Giunta medesima l’avesse riapprovato aggiornandolo nel quadro tecnico-economico riducendone l’importo a € 245.040,00. Almeno fino allora l’obiettivo era quello di portare a compimento le opere progettate dagli arch. Fernando e Riccardo Russo e di contenere la spesa entro l’originario impegno finanziario di € 277.684,00, provvidenza che era stata decurtata dell’importo di € 32.643,40 pagato, sempre alla società appaltatrice Archeo & Restauri, per il sondaggio fatto alla radice del percorso, su richiesta della Soprintendenza di Taranto. Tuttavia, già ad agosto, quando fu approvato il bilancio di previsione 2015, l’intervento su via Marina scompare dal programma delle Opere Pubbliche che il Comune aveva in previsione nel corso del 2015. Nell’elenco annuale dei Lavori Pubblici 2015, oggetto della Delibera consiliare n. 48/2015, l’intervento stesso, riapprovato e finanziato con risorse comunali disponibili a residuo degli esercizi finanziari precedenti, non risulta più esserci. Di dette opere, come sopra accennato, si trova traccia al 24 dicembre 2015, allorquando si decide di cambiare rotta e di incaricare l’ing. Trematore di approntare un nuovo progetto con linee di intervento diverse dal precedente.
Dunque, ora, essendo imminente la scadenza per l’approvazione del bilancio di previsione 2016 e dovendosi allegare allo strumento di gestione economica il piano triennale delle Opere Pubbliche ed in particolare quelle da portare a termine nel corso dell’attuale esercizio, la Giunta, il 31 marzo scorso, ha adottato lo schema programmatico degli interventi di una certa consistenza di spesa. E’ questo un elaborato descrittivo in cui sono individuate tutte le opere che si intende mettere a segno, dopo averle singolarmente approvate nelle loro specificazioni tecnico-economiche e denunciate nelle loro fonti di approvvigionamento finanziamento e in ordine di priorità d’esecuzione. Tra le opere di nuova previsione risulta reintrodotto anche questo intervento, specificato nel titolo della Delibera, n.36 del 31.03.2016:“Manutenzione straordinaria del lungomare via Marina: Approvazione studio di fattibilità”.
Trattandosi di lavori fortemente contestati nel recente passato ho consultato il deliberato in questione al fine di poter percepire il nuovo disegno progettuale e magari le linee architettoniche della ristrutturazione e sistemazione del parapetto di affaccio sul bacino acqueo portuale. Non mi è stato possibile reperire alcun dato esplicativo del provvedimento, né riguardo allo schema costruttivo dei lavori né tanto meno alla specifica della copertura degli oneri di spesa che vengono segnalati semplicemente in complessivi € 234.097,66, da attingere dall’esercizio comunale 2016. La delibera in questione è approvazione formale di uno studio di fattibilità, come operato per le tante altre Opere Pubbliche decise dall’Esecutivo e deliberate nello stesso giorno, completamente prive della relativa documentazione di supporto e particolarmente della relazione tecnico-operativa e del computo degli oneri di spesa dei lavori. La Giunta, come verbalizzato con la scritturazione del provvedimento, ha deliberato l’approvazione dello studio di fattibilità delle opere di manutenzione di via Marina, redatto dal 3° Settore, “composto dalla relazione tecnica comprensiva della spesa che si intende parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, seppure non materialmente allegata”.
La delibera, di fatto, è priva di qualsiasi documentazione tecnica e di riferimento contabile nonostante riporti a registrazione l’acquisizione dei pareri favorevoli espressi, ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. n.267/2000, in ordine alla regolarità tecnica e finanziaria, dei Dirigenti comunali, rispettivamente del 2° e 3° Settore. In sostanza non solo l’Ufficio tecnico non ha provveduto, in questi tre mesi, a redigere un progetto di dettaglio degli interventi da eseguirsi su quell’area di grande interesse paesaggistico, conformemente all’incarico affidatogli, secondo il disposto del deliberato giuntale della vigilia di Natale, ma non è stato neppure individuato il capitolo di spesa cui attingere per la copertura dell’intervento, nonostante si stia predisponendo il bilancio di previsione 2016 di prossima approvazione. Su quali elementi documentali è stato espletato l’esame di competenza funzionale se la proposta di deliberazione risultava essere materialmente sguarnita?
Un provvedimento così importante, almeno per le aspettative dei cittadini, privo di ogni elemento documentale che lo espliciti nel contenuto e di una certificazione di impegno di spesa sul bilancio corrente, non mi pare sia una prassi corretta. E ciò, non solo dal punto di vista procedurale ma soprattutto per la scarsa coerenza decisionale, considerato che il precedente appalto aggiudicato alla soc. Archeo & Restauri, non è stato formalmente annullato dal Comune, essendo ancora sub iudice, per l’impugnativa azionata dalla società estromessa.
Ma perché il collegato documentale del provvedimento non si è ritenuto di allegarlo al testo della delibera n. 36 del 31 marzo scorso? Le ipotesi non possono che essere due: o le carte tecniche non sono state materialmente aggiunte alla delibera per evitare che, da subito, si potesse prendesse cognizione del quadro dei lavori messi a progetto e la analisi dei relativi costi, oppure, ancora peggio, le stesse non sono state giammai prodotte e messe a disposizione degli Assessori che hanno assunto un deliberato senza il vaglio di documenti a provazione della decisione che si andava ad adottare.
In un modo o nell’altro, questo fatto che le delibere di Giunta non siano compiutamente complete e materialmente corrispondenti al contenuto dei provvedimenti stessi così come enunciati, almeno per quanto viene reso pubblico attraverso l’albo pretorio, evidenzia una condotta gestionale dell’Esecutivo che viola il principio del buon andamento amministrativo e particolarmente l’obbligo alla trasparenza degli atti pubblici. E questo non è da poco se si considera che quanto appuntato a questo proposito non è un caso isolato perché tutte le nuove Opere Pubbliche declinate nel programma dei Lavori Pubblici da allegare al Bilancio di previsione sono state deliberate con semplici atti di approvazione di studi di fattibilità solo accennati senza un dettaglio progettuale degli stessi.
Sarebbe troppo definire “alla garibaldina” questo tipo di prassi decisoria?
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