Il diritto alla giusta informazione nei rapporti con l’Agenzia delle Entrate
Si sente spesso parlare, in questi giorni di dibattito relativo alla manovra di bilancio prossima al varo, della cosiddetta “pace fiscale”, così indicando una serie di misure (il cui esatto contenuto verrà meglio individuato nel testo di legge) destinate ad agevolare la chiusura del contenzioso e delle pendenze con l’amministrazione fiscale. Ed, in effetti, il tema delle controversie con il fisco occupa, da sempre, i pensieri di una grande parte dei cittadini italiani. E se, in genere, è l’Agenzia delle Entrate a chiamarci in causa nel caso di nostri errori, omissioni o ritardi, non sono pochi i casi in cui, al contrario, siamo noi contribuenti a poter far valere degli errori commessi dall’amministrazione fiscale. Cosa fare quando è il fisco a sbagliare? E’ recente la pubblicazione di una sentenza della Corte di Cassazione (n.23163/2018 del 27 settembre 2018) avente ad oggetto, per l’appunto, un’ipotesi di responsabilità dell’Agenzia delle Entrate per errata informazione fornita al contribuente, offrendo un importante chiarimento circa la reale portata dei nostri diritti nei confronti dell’amministrazione pubblica.
Più in dettaglio, la vicenda sottoposta all’attenzione dei giudici prendeva le mosse dalla tassazione inerente una scrittura privata stipulata da un coltivatore diretto, in rapporto alla quale il contribuente aveva ricevuto dal personale dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate delle informazioni inesatte in ordine alla tassazione applicabile che gli avevano fatto credere di aver regolarmente provveduto ai propri obblighi. Nondimeno, nonostante l’affidamento riposto, lo stesso si vedeva raggiunto da alcune sanzioni, scoprendo, così, di aver ricevuto delle indicazioni errate che gli avevano arrecato, dunque, un pregiudizio. Ebbene, emerge chiaramente dalla lettura della pronuncia la piena responsabilità dell’Agenzia delle Entrate per la mancata osservanza degli obblighi di informativa posti a suo carico e volti, in ultima analisi, a far conoscere al contribuente le disposizioni vigenti in materia tributaria. Qual è, di preciso, il contenuto di tale obbligo? In cosa si concretizza?
E’ l’art. 6 della L. 220/2000, recante disposizioni in materia di diritti del contribuente, a disporre espressamente che “l’amministrazione deve informare il contribuente di ogni fatto o circostanza a sua conoscenza dai quali possa derivare il mancato riconoscimento di un credito ovvero l’irrogazione di una sanzione, richiedendogli di integrare o correggere gli atti prodotti che impediscono il riconoscimento, seppure parziale, di un credito”. Risulta evidente, dunque, che è posto a carico dell’amministrazione fiscale un preciso obbligo informativo, orientato a fornire al contribuente tutte le formazioni necessarie a comprendere le circostanze del proprio caso specifico ed a garantire la miglior tutela della propria posizione.
Ne consegue l’ onere di consigliare il contribuente nel modo più adatto, ad esempio richiedendo un’integrazione documentale che possa consentire il riconoscimento di un possibile credito tale da, comunque, evitargli sanzioni. Ancor più grave è, del resto, la circostanza per cui, dinnanzi alle indicazioni fornite direttamente dallo sportello istituzionale dell’ente, il contribuente viene legittimato a sentirsi tranquillo, nella consapevolezza di aver certamente provveduto a tutti gli incombenti a proprio carico, non avendo motivo di aver dubbi a riguardo. Ciò che viene ad avere rilevanza, dunque, non è soltanto la violazione dei doveri informativi imposti dalla legge, ma, anche, l’affidamento ingenerato nel contribuente che, convinto che non sia necessario alcun adempimento oltre quelli erroneamente richiesti dal personale, non produca più nessun’altra documentazione. In tale ipotesi, dunque, laddove sia provata la condotta scorretta dell’ufficio, non potrà addebitarsi colpa alcuna al contribuente per le eventuali sanzioni o per i danni patiti, dovendone rispondere la stessa amministrazione a titolo risarcitorio.
La pronuncia in commento appare di estrema importanza non soltanto perché ci rammenta i fondamentali obblighi informativi gravanti sull’ amministrazione fiscale ma anche perché incentiva la verifica della nostra posizione fiscale, potendo valutare, caso per caso ed anche con l’ausilio di un legale, se eventuali danni siano dipesi dagli errati od omessi consigli della stessa amministrazione.
Vi diamo appuntamento al prossimo sabato con la rubrica “Diritto di difesa”.
Michele Ragone
Avvocato