Sempre più sindaco di una città spaccata in due
Prende sempre più campo la tendenza autoritaria e populista che, anche a Giovinazzo, ha portato alla rielezione di Depalma a Sindaco, con uno scarto di 492 voti sul rivale, avendo ottenenuto al ballottaggio di domenica 5977 preferenze, il 52,15% dei votanti, contro i 5485 suffragi di de Gennaro, pari al 47,85%.
E’ quanto si evince anche dalla seconda tornata delle votazioni comunali che ci dà la netta percezione dall’accentuarsi del distacco tra chi è al potere e gran parte della comunità amministrata, ma anche dell’insanabile spaccatura all’interno dello stesso corpo elettorale che, sulla base di personali punti di vista, ha di fatto affidato alle urne un proprio giudizio sul Sindaco Depalma. Una realtà che va analizzata sotto ogni punto di vista perché, diversamente che in altre piazze cittadine, interessate dal voto amministrativo, lo scontro risolutivo non si è posto fra coalizioni di partiti e movimenti di centro-destra e di centro-sinistra, ma tra due poli di derivazione civica: quella costituita dai tanti cespugli innestatisi al ceppo della lista di Città del Sole del Depalma, e recuperati da vecchi schieramenti partitici di vario orientamento, e quella opposta in “Alternativa”, capeggiata da de Gennaro di matrice, prettamente, associazionistica.
Tuttavia lo sforzo messo in atto da de Gennaro non è stato sufficiente. Non si può, però, in alcun modo, trovare una giustificazione della sconfitta nella scarsa frequentazione dei votanti che è stata di oltre il 61,5%, nettamente superiore al trend nazionale, ancorchè inferiore al primo turno.
Ha avuto la meglio Depalma, sia pure con quello scarto contenuto di preferenze che sembra essere stato accreditato, per quanto si dice in giro, per effetto di combinzioni di voto dipese da sconsiderate mosse di qualche gran ciambellano di partito. A noi spetta trarre da questa inferocita guerra elettorale una riflessione non solo di quel che resta sul campo di battaglia, ma soprattutto dare una previsione su cosa si prevede per il futuro della città con la prosecuzione del comando nelle mani esclusive del vincente Depalma.
La preoccupazione che emerge da questo scontro politico è appunto la grossa spaccatura che la città vive, né è possibile prevedere che Depalma sia il personaggio capace di portare a unità la nostra comunità. Troppi veleni, molti colpi bassi ed anche ambiguità e scorrettezze hanno accompagnato la sua campagna elettorale, fattori che ostacolano il ricrearsi di un clima di pacificazione e di serenità per la società civile, magari solo per una disamina compiuta delle problematiche cittadine di maggior rilievo.
Facile dire: sarò il Sindaco di tutti, ascolterò tutti! Perché bisogna avere sapiente autorevolezza per quell’arduo compito di ricostruire l’identità comune della società giovinazzese.
Forse che non abbiamo sperimentato il suo velenoso risentimento quando abbiamo fatto notare ciò che non va nel suo modo di gestire la cosa pubblica?
Quindi, con assiduità, continueremo a fare corretta informazione sull’agire del nuovo governo di Depalma e, per questo, mi viene da suggerirgli di smettere di considerare il nostro lavoro come diretto a fomentare avversioni e denunce nei suoi confronti. Non ricerchi nemici laddove non ci sono, se ne faccia una ragione, è questo il prezzo da pagare quando si è arrivati al potere e si vuol essere un capo solitario.
G. Maldarella
Sei quesiti nella prima settimana del nuovo mandato
Intervista a cura del Direttore
Dunque riteniamo opportuno partire oggi stesso, sabato 1 luglio, a chiusura di questa prima settimana post voto, con una intervista al primo cittadino neo eletto Tommaso Depalma, per sottoporre alla sua attenzione le perplessità, nostre ma di tanti concittadini che hanno vissuto con attenzione, stress, dubbi, queste ultime settimane di vita cittadina.
Il risultato elettorale è terribile: 52% contro 48%; un sindaco di una città spaccata in due come pensa di poter essere il sindaco di tutti?
Questo è un dato che mi ha fatto riflettere negli ultimi giorni; ho provato a riavvolgere il nastro per verificare quello che è successo negli anni precedenti. Ricordavo il primo esempio di elezione del sindaco col metodo diretto: Iannone e Serrone. Il primo ha prevalso per 130, 140 voti. Poi abbiamo l'esempio di Natalicchio che prevalse per 700 voti circa. Tutto questo mi ha fatto pensare che nel momento elettorale si genera una polarizzazione: naturale, indotta, per simpatie, in relazione a tutto quello che succede, ma la città poi va avanti. E può andare avanti meglio se chi ha il dovere di governare e chi ha il dovere di controllare come viene governato riescono a trovare metodologie di confronto e di "regole di ingaggio" che siano più tarate al merito delle questioni che si pongono in discussione e meno orientate allo scontro personale. Quindi io credo che Giovinazzo ritroverà serenamente il suo equilibrio, adesso che è finito il momento elettorale, che ammetto è stato stressante per via di una campagna elettorale molto lunga, tornando a parlare di temi e cose da fare. Penso che la città ritroverà il suo equilibrio, augurandomi che insieme riusciamo a motivare i cittadini ad occuparsi più delle scelte che orientano per forza di cose il loro futuro piuttosto che porre attenzione sulle vicende personali o eventuali diatribe che possono esserci tra maggioranza ed opposizione o fra membri stessi del governo e del mondo politico in generale. Penso anche che forse l'anomalia sia stato io 5 anni fa che ho avuto uno scarto al ballottaggio molto considerevole. Per il resto ritengo che la città sempre si sia divisa, non dico in due ma quasi, e questo mi porta ad aver fiducia che molto presto troveremo equilibrio e serenità tutti quanti per poter lavorare cinque anni. Comunque esiste un dato molto positivo: al ballottaggio siamo stati fra le città con il più alto numero di affluenze; quindi tutti siamo stati bravi a motivare le persone a scendere in campo per fare una scelta, qualunque essa sia stata.
Otto liste a sostegno della sua candidatura: come pensa di poter riconoscere a tutti l'apporto dato?
Questa è una domanda molto interessante che mi permetterà molto presto di dimostrare che non c'è stata solo una esigenza elettorale, ma essendo stati capaci di allargarci si produrranno frutti migliori; aldilà di quella che potrà essere la rappresentatività all'interno del Consiglio, il valore aggiunto di questo gruppo di persone dovrà venire, per forza di cose, fuori. Se siamo stati bravi a mettere insieme idee coerenti e persone che hanno la stessa visione, ora lo vedremo subito perchè per l'enorme mole di lavoro che c'è da fare, almeno per quelle che sono le nostre ambizioni programmatiche, ci sarà bisogno di tutti. Quindi non vedo l'ora, prima di tutto di avere la nomina, e qualche giorno dopo provvederò a nominare la squadra, per la quale abbiamo idee sufficientemente chiare sia come deleghe e, man mano che mi sto confrontando con gli altri referenti delle liste, sia anche come tipologia di soggetto. Perché penso che bisognerà privileggiare la disponibilità di queste persone ad accettare un ruolo e a svolgerlo nei canoni che noi gli chiederemo. Alla fine viene il nome e cognome: quello è un fatto marginale.
Nella proiezione della continuità del suo programma amministrativo, quali assessori ritiene dover confermare e con quali deleghe?
Parto da un punto cardine: c'è una delega che ha assolutamente bisogno di continuità, perché è molto delicata che ci vede coinvolti su una quantità di fondi rilevante e soprattutto è un assessorato che ha bisogno di vera conoscenza, di studio ed approfondimento. Certe volte ha bisogno di anticipare gli eventi; parlo del welfare e su quella delega non ho dubbi: tornerà ad essere nelle mani del dottor Sollecito che in questi anni ha saputo rispettare il ruolo, ha saputo essere un difensore, perché i "servizi sociali" vengono visti come un assessorato dove si scarica tanta difficoltà delle persone. In realtà questo assessorato se viene vissuto con una certa logica e tanto dinamismo può creare anche delle buone opportunità. Michele sta già lavorando al suo master plan e molto presto metteremo fuori tutte quelle che sono le opportunità. Poi gli altri nomi dei toto - assessori girano da qualche giorno e penso che ci sono delle persone che hanno lavorato molto bene nei cinque anni precedenti e, nel rispetto di quello che i cittadini hanno deciso, vedremo come renderli comunque utili alla causa. Faccio un nome su tutti: Marianna Palladino che per me ha ben operato nell'assessorato di competenza e che aldilà se sarà Assessore o meno non ritengo privarmi della conoscenza del tessuto culturale, trovando il modo di rendere tutti omogenei al progetto di squadra.
Quale dono pensa poter garantire sin d'ora alla cittadinanza per il prossimo Natale?
Di opere e finanziamenti credo che abbiamo parlato abbastanza in questa campagna elettorale e credo o che il cittadino medio giovinazzese abbia ben chiare quelle valutazioni che dovrà fare fra cinque anni. Perché la dinamica con cui si è sviluppata la campagna elettorale ci ha costretti ad aprire l'armadio e mettere in piazza tutto quello che vogliamo fare per questa città. Questa domanda mi permette di dire che a Natale, aldilà di quello che riusciremo a realizzare, che può essere un evento, un progetto approvato, l'inizio lavori del progetto "Agorà" in zona Immacolata, una casa di riposo in via di ristrutturazione, mi piacerebbe invece promettere una cosa ancora più importante che mi ricollega alla domanda precedente: spero, ma sono convinto perché è una mia prerogativa, che attraverso un "assessorato alla programmazione" possiamo mettere in campo un progetto che tenga dentro altro insieme a questioni infrastrutturali, primo fra tutti il piano di parcheggio che è diventato una priorità; da un calcolo approssimativo la scorsa settimana 1300 auto sono andate via da Giovinazzo perchè non trovavano parcheggio. In realtà gli spazi ci sono e bisogna solo renderli disponibili e dare informazione a chi viene a trovarci. Aldilà di questo penso ad un incrocio fra infrastrutture che dobbiamo mettere in campo, opportunità come le agevolazioni fiscali per chi avvia una attività nel centro storico, più tutta un'altra serie di opportunità che possano creare lavoro e sviluppo in maniera armonica. Proprio perché i prossimi cinque anni devono essere legati allo sviluppo economico. A livello infrastrutturale una buona parte di cose è stata fatta, quello che c'è da fare lo sappiamo già e buona parte è già finanziato. Adesso si pone il tema dello sviluppo; il primo argomento nella lista della spesa: sviluppo coerente e rispettabile della costa, del mare e di tutti i servizi abbinati. E proprio a tal riguardo, una primizia, se non cambierà la sua agenda, di questa cosa ne parleremo direttamente con il presidente Emiliano a cui ho chiesto di dedicarci una serata venendo qui e mettere in chiaro questa vicenda, sul piano delle coste e tutto quello che si potrà fare sul mare. A torto e a ragione credo sia stato un cavallo di battaglia anche dell'avv. de Gennaro in maniera particolare. Adesso si tratta di dimostrare, carte alla mano, anche con personalità più credibili del sottoscritto, che le opportunità ci sono ma che dobbiamo parlare la stessa lingua e se domanda e offerta si mettono insieme, forse, ci possiamo riuscire. Mi auguro di poter spiegare entro fine anno questa idea di programmazione e spiegare su quali metedologie dobbiamo agire mettendo a disposizione di voi cittadini un cruscotto digitale per poter seguire ogni progetto e controllare l'andamento e capire se siamo in coerenza oppure no sui tempi impostati.
Ha citato l'avv. de Gennaro e penso anche al prof. Natalicchio: due soggetti cardine nell'attività di Opposizione. In anteprima un messaggio indirizzato attraverso il nostro microfono su come potrà essere sindaco di tutta la città ma anche dell'intero Consiglio Comunale...
C'è un dato oggettivo che sono certo non sfugge a nessuno: parliamo di due persone con elevate competenze. Adesso tocca a loro decidere come investire questo potenziale di conoscenze e competenze. Mi auguro, dal mio punto di vista, come ho detto nell'ultima fase della Campagna elettorale, che entrambi possano essere disponibili, che non significa assoggettati, ad una discussione franca e serena. Quello che dicevo prima: un piano di parcheggi credo che sia un tema che asserisca a tutti quelli che siederanno in Consiglio Comunale, come il PUG e tanto altro ancora. Se potessi esprimere una mia aspettativa, mi auguro che prevalga (da parte loro ndr) anche la voglia di metterci in difficoltà dimostrando la competenza, piuttosto che metterci in difficoltà attraverso lo scontro personale. Se così dovesse essere sicuramente perderemo tutti una buona opportunità. Detto ciò è chiaro che io devo sforzarmi di rimanere più distante possibile dalle diatribe cercando di essere il sindaco di tutti, perché questo è il mio preciso dovere e, aldilà di ciò che è stato in questa campagna elettorale, di accuse anche abbastanza pesanti, penso che sia arrivato il momento di girar pagina. Penso che tutti ci candidiamo per avere un ruolo, aldilà che sediamo fra i banchi di maggioranza, rappresentiamo tutti. Io mi sforzerò di trovare un linguaggio ed una frequenza che mi possa permettere di intendere anche con i rappresentanti di quella parte della città che non mi ha votato, alla quale, però, vorrei dire che garantisco pari dignità: non ci sono amici e nemici. C'è il momento elettorale e poi c'è il momento del lavoro. E nel momento del lavoro tutti i cittadini per noi sono uguali; da questo punto di vista è importante che tutti si sentano sereni ed anche tutelati. Non ci sarà nessuno che avrà vendette da consumare: ogni cittadino sa che il Palazzo comunale è la sua casa, che il sindaco c'è stato per cinque anni e c'è ancora per ascoltare e, dove possibile, andare incontro alle loro istanze. Sempre con franchezza e rispetto di dire si quando si può dire e dire no quando è il momento, cercando però di motivare e far capire il perché di quelle cose che non si possono realizzare.
Non ci sono amici e nemici: Come pensa di rapportarsi con la stampa come la nostra, a volte dura ma attenta e severa osservatrice? L'Ente che promuove l'organo di informazione che io dirigo è stato promotore di istanze (vedi il monumento agli operai dell'ex AFP oppure della denominazione di via del Carmine), istanze completamente ignorate e per le quali non si è ricevuto alcuna comunicazione, neppure un diniego. Come dice lei "riavvolgiamo il nastro"; come pensa di rapportarsi con quella stampa che non fa solo da passa carte?
Procediamo per gradi: per il monumento agli operai AFP non abbiamo risposto perché non abbiamo ancora deciso che nome dare a quella piazza ed in base al nome si potrà creare l'aspetto più coreografico nella individuazione di quel luogo. È una delle cose che sicuramente faremo. Per quanto riguarda il rapporto poi con la stampa, dico che un giornalista dal riscontro delle carte, dalle sue specifiche conoscenze e competenze, dovrebbe avere un minimo di riscontro nel chiederci un punto di vista che non deve essere vincolante ma perlomeno di confronto con chi entra negli uffici, siede ai tavoli tecnici e, probabilmente, aldilà di quello che dicono i documenti può esprimere un sentimento diverso dal vostro che siete distanti dal tema. Per esempio, oggi come oggi, sulla questione che più ci ha divisi, e parlo della discarica, c'è in ballo una battaglia che spero la città faccia fronte comune. Il vero tema, secondo me, è quello delle polizze, visto che io sono convito da anni, che la Daneco non è più un interlocutore per noi e di questo la Regione deve convincersi. Quindi dobbiamo rivendicare, insieme, ognuno per il suo ruolo, che se queste polizze non sono capienti devono essere supportate da investimenti regonali. Perché lì sono stati altri a venire a risolvere i loro problemi e non certo la città di Giovinazzo; io non accetto che noi restiamo con il cerino in mano, aldilà della negligenza, incompetenza di chi ha governato e governerà questa città, penso che sia un obiettivo comune. Penso che su queste cose mi auguro di poter dire anche la mia.
Ringraziamo il sindaco per la sua disponibilità, cogliamo i suoi buoni propositi di interlocuzione aperta, di disponibilità al dialogo ed al confronto con le parti anche avverse. Ritengo, tuttavia, dover ringaziare le nostre lettrici e i nostri lettori che continuano assiduamente a seguirci, continuando a garantire la prosecuzione del nostro impegno vigile e scrupoloso nel complicato ruolo di stampa libera, che ho sempre definito "senza padroni" proiettata all'informazione sana e distante da ogni logica di asservimento.
Quella stampa che per oltre vent'anni ha mostrato la propria onestà intellettuale ricevendo in cambio attenzione e coinvolgimento, di tutti.
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