Emblematico il caso dell’approvazione del nuovo Piano di Zona per l’edilizia popolare della MARCOTRIGGIANO Costruzioni s.r.l. in area C 4.1 del Piano Regolatore cittadino, nonostante le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato.
Perfino nel mese di agosto è stata aperta l’aula Pignatelli per far approvare dall’Assise cittadina onorificenze e benemerenze da assegnare, quanto prima possibile,con cerimonie pubbliche al volgere della stagione estiva. Un’ennesima riprova della spettacolarizzazione cui tiene a dare Tom dell’esercizio del suo mandato. Quest’ultimo atto di riconoscimenti onorifici, però, in tutta sincerità, mi ha particolarmente rattristato per avermi fatto tornare alla memoria il rifiuto, mai comunicato, ma decretato personalmente da Tom, della proposta della nostra direzione editoriale, di allestire, a proprie spese, un monumento a memoria dei lavoratori della Ferriera sullo slargo tra via Bitonto e via Cairoli, proprio di fronte alla diramazione del sottovia ferroviario, da intitolare “Largo Ferriera”.Per il lettore interessato a conoscere l’argomento,invito a consultare l’articolo a firma dei responsabili di questa testata, dal titolo “E Tom ha decretato il no:quel monumento alla Ferriera non s’ha da fare”,pubblicato il 19 luglio 2016 e leggibile dal link http://archivio.incittagiovinazzo.it/cultura/21-news/cultura/387-e-tom-ha-decretato-il-no-quel-monumento-a-ricordo-della-ferriera-non-sa-da-fare#news
Tuttavia, quello che mi ha fatto trasalire,in occasione di quest’ultimo conferimento,è stato l’aver dovuto costatare che si convochi,a piè sospinto, il Consiglio Comunale allo scopo di deliberare titoli onorifici, tutti voluti dal Sindaco, e non lo si interpelli, invece,su questioni di estrema rilevanza sociale come l’asserita crisi di unità abitative che, si dice, essersi aggravata di recente. Già, il -bisogno casa-,che mi è parso essere stato problematizzato, ultimamente, del governo locale e portato pubblicamente all’evidenza nel corso della seduta di Giunta del 24 gennaio scorso in cui è stata fatta un’ampia,quanto generica,notazione dei suoi aspetti di criticità dagli Assessori Sollecito e Stallone. Al termine, infatti,dell’allarmante narrazione dei due Esponenti di rango al potere,circa il disagio sociale,da loro medesimi avvertito nella popolazione, a motivo della carenza di alloggi popolari, la Giunta ha convenuto con le loro conclusioni ed ha deliberato,con atto n.13/2019, di impegnare i Dirigenti comunali ad individuare possibili ed urgenti rimedi, anche attraverso il social housing, per superare l’emergenza abitativa, che graverebbe sulle classi meno abbienti.
Quali fossero i Dirigenti comunali cui la Giunta,con quel suo dispositivo, espressamente chiamava ad attivarsi, e quali siano state le loro prospettazioni e gli esiti delle loro analisi socio-economiche correlate alla paventata grave carenza di edilizia popolare, come rapportato dai due Assessori, non è dato di sapere. Per contro è certo che non sussiste alcun rapporto informativo, adeguatamente documentato,a firma di alcun Dirigente,che riporti esiti d’indagini analitiche sulla criticità sociale in tema, le cause e i rimedi da approntare per fronteggiare l’emergenza avvertita dalla Giunta con quella fatidica delibera del 24 gennaio scorso.
Ecco, allora, criticamente, mi sono anche chiesto: se è vero che è in atto un’emergenza di tal fatta, perché mai non è stato chiamato il Consiglio Comunale a prendere cognizione delle carenze abitative, ancorchè comprovate solamente dal numero di domande di partecipazione al bando per l’assegnazione di alloggi popolari del 2016, secondo il rapporto del precedente Segretario comunale,dott. Zanzarella, datato 9 gennaio 2018?
Perché mai non è stato convocato il Consiglio Comunale allo scopo di valutare la complessa situazione su dati statistici e provare a trovare le risoluzioni più pertinenti secondo le indicazioni che l’Apparato direzionale avrebbe dovuto fornire in osservanza a quel preciso compito che, di proposito, gli era stato attribuito dalla Giunta con atto di indirizzo politico n.13 del 24 gennaio scorso?
E’ sempre più mia convinzione che l’Adunanza civica serva poco, quanto niente, nel decidere le sorti della città, perché basta Tom a risolvere le precarietà della comunità cittadina e, in particolare quelle più annose delle famiglie disagiate.
Già, perché la soluzione alle dichiarate insufficienti abitazioni popolari, a modo suo, TOM l’aveva già in pectore, da qualche mese, sempre, naturalmente, con lacomplicità dei due Assessori, suoi vassalli.
E l’ho scoperta, fortuitamente, prendendo, per caso, conoscenza del contenuto della Delibera di Giunta n.97 del 27 giugno scorso con la quale è stata approvata la radicale destrutturazione e la sua completa riconversione del programma costruttivo cui era risultata aggiudicataria in gara l’impresa s.r.l. Marcotriggiano Costruzioni per l’intervento edificatorio di alloggi sociali in Zona C 4.1 del P.R.G.C..
Una curiosa risoluzione, che mi ha generato subito il serio sospetto che quella Deliberazione di Giunta del 24 gennaio di quest’anno, così ben orchestrata nell’esposizione, era del tutto strumentale per adivenire a quest’ultimo deliberato del 27 giugno u.s., a tutto vantaggio della s.r.l. Marcotriggiano. Già perché si tratta di un provvedimento finalizzato all’accoglimento di un nuovo piano edilizio economico-sociale in area PEEP, C4.1, presentato dalla s.r.l.Marcotriggiano Costruzioni, in data 26.04.2019, al posto di quello negoziato con la Convenzione stipulata dalla stessa con il Comune, in data 5 febbraio 2010, rep. n. 2478.
Da qui la ragione di questo mio esposto.
Colto da tanto sconcerto, per la marginalizzazione funzionale, cui si tende a relegare la massima Istituzione cittadina,ho avvertito di dover attenzionare i consiglieri comunali, tutti,di qualsiasi parte politica, perché si rendano edotti responsabilmente dei contorni di tale risoluzione che a me sembra possa ripresentare i guai della D.1.1,per apparire non conforme alla regolamentazione tecnica del Piano Regolatore. Perfino, l’epoca dei rispettivi procedimenti amministrativi sembra essere la stessa,per quanto del tutto paralleli nel loro evolversi, dagli ultimi anni della prima decade di questo terzo millennio.
E, in tal senso, vengo ad esplicitare, sia pure in sintesi, la cronistoria di quest’altra inquietante vicenda edilizia che, ormai, a motivo di ben due ricorsi amministrativi, intentati dalla impresa Marcotriggiano, si trascina da oltre 10 anni, da quando cioè il Consiglio Comunale, con propria Deliberazione n.83 del 22 dicembre 1998,ebbe ad approvare il Piano di Zona per l’Edilizia Popolare della maglia C 4, definita dal Piano Regolatore Comunale.
E, dunque, i fatti:
-L’impresa Marcotriggiano, risultò aggiudicataria della assegnazione in proprietà dei terreni, appartenenti al Comune, localizzati in zona destinata a servizi per la residenza popolare (PEEP) dal Piano Regolatore. Contestualmente all’acquisizione in proprietà di detti suoli, negoziò con il Comune, in data 5 febbraio 2010, la realizzazione, a sue spese, dell’intervento edificatorio, prospettato sempre dalla stessa con l’offerta tecnica di aggiudicazione della gara, espletata per la concessione di dette aree edificabili. L’impegno costruttivo, contrattualizzato con la convenzione su richiamata, n. rep. 2478 del 5 febbraio 2010, si sostanziava nella edificazione di n.20 alloggi destinati ad edilizia sociale, da locare o alienare con i criteri della L.R. n.6/1979, art. 37; n.20 locali uffici di mq. 48 ciascuno; n.20 box auto interrati; n. 45 parcheggi a quota stradale e n. 52 interrati; una fabbrica a mercato, classificato M2 di mq. 1015 di cui 800 mq. a struttura coperta, oltre a due locali commerciali di mq. 160 ciascuno; un parco giochi di mq. 50, attrezzato; e un locale di mq. 160 da consegnare, a titolo gratuito, al Comune che trasferiva in proprità i suoli edificabili.
-A negoziazione conclusa con l’impegno ad attuare il Piano di edilizia sociale con servizi a residenza, come sopra riportato, l’impresa Marcotriggiano non avviò l’opera costruttiva, anzi un anno dopo la stipula del negozio, il 10 marzo 2011, presentò al Comune una istanza di variante al piano edilizio dalla stessa elaborato e accettato dal Comune. In sostituzione delle volumetrie impegnate per la realizzazione dei 20 locali ad uso ufficio, da mq.48 ciascuno, chiese che queste venissero commutate in costruzioni di residenze turistiche. Nel senso che il quartiere ad edilizia popolare potesse comprendere anche n. 20 case vacanza.
-La proposta di variante urbanistica della impresa Marcotriggiano non ebbe a conseguire esito positivo. Con formale decisione, in nota prot. n.1004 del 15 gennaio 2013, l’allora Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente, portato a termine il procedimento di valutazione tecnica della modifica costruttiva al Piano di Edilizia Economica popolare per la maglia C4.1 del PRGC (chiusosi con una apposita relazione datata 16.11.2012), notificò all’impresa, a norma dell’art.10 bis della legge n.241/1990, il diniego all’accoglienza della rivisitazione dell’intervento cotruttivo, riformulato con l’insediamento di strutture turistiche al posto dei 20 locali ad ufficio. Il provvedimento dirigenziale veniva, altresì, motivato con una serie di carenze progettuali e documentali della proposta di variante, ma soprattutto con il fatto che la prospettata costruzione delle 20 residente turistiche contrastava con il dettato dell’art. 43 delle Norme Tecniche di Attuazione dello Strumento urbanistico e con l’art. 3, 3 c. del D.M. 1444/1968.
-Contro tale decisione del Dirigente comunale, immediatamente, l’impresa Marcotriggiano propose ricorso al TAR, registrato al n 497/2013, con cui specificatamente contestava l’erronea interpretazione e la falsa applicazione dell’art. 43 delle NTA, richiamato dal dirigente comunale a motivazione della non accoglibilità della variante. La ricorrente impresa sosteneva nel suo ricorso che la disposizione in contestazione non escludesse la possibilità di costruire nella zona PEEP strutture ricettive qualificabili come “casa vacanza”, in quanto queste sarebbero, per sostanziale analogia, parificate ad alberghi che pur sono indicati nelle previsioni del suddetto art. 43 delle NTA. In altri termini, a dire della s.r.l. Marcotriggiano, le case vacanza, potendosi inquadrare tra le attrezzature recettive da gestire in forma imprenditoriale, sarebbero una species dello stesso genus degli alberghi, consentiti, appunto, ai sensi dell’art. 43, 2c. delle richiamate NTA del PRGC.
- La Giunta municipale con Delibera n.104 del 23 maggio 2013, presenziata già dal Sindaco Depalma e partecipata anche dagli attuali protagonisti, Sollecito e Stallone, approvando la relazione istruttoria, redatta dal Dirigente all’Urbanistica, di reiezione della proposta di Variante al PEEP della Marcotriggiano, decideva di resistere all’impugnativa prodotta al TAR dall’impresa medesima.
-Il 15 gennaio 2015 sopraggiungeva la decisione del TAR n.00054/2015 che dava ragione al Comune e rigettava in pieno ogni motivo di ricorso della s.r.l. Marcotriggiano confermando la fondatezza del contenuto della nota della Dirigenza comunale n.25926 del 16.11.2012, cui si affermava che “le 20 unità vacanze-residence, residenze turistiche […]non rientrano nella specifica tipologia di attività recettiva (albergo e pensioni) prevista dall’art.43 della NTA del vigente Piano Regolatore”.
- Non soddisfatta della sentanza del TAR, l’impresa Marcotriggiano la impugnò davanti al Consiglio di Stato, volendo ad ogni costo realizzare le 20 residenze -casa estiva- al posto dei 20 locali ad uso ufficio di mq. 48 ciascuno. Tuttavia, anche il giudizio di secondo grado non gli è stato in alcun modo favorevole. Infatti, con decisione n. 03979, pubblicata il 28 giugno 2018, il supremo organo di giustizia amministrativa ha sentenziato che la realizzazione di volumetrie destinate a residenze turistiche in luogo dei 20 locali ad uso ufficio è in netto contrasto con l’art. 8 del Contratto stipulato con il Comune, rep. n.2478 del 5 febbraio 2010. Detta clausola contrattuale prevede l’espressa risoluzione del negozio stesso, qualora non venisse messo in opera anche una parte dell’intervento costruttivo concordato fra le parti, così come proposto dall’impresa concessionaria con la partecipazione al bando di gara n. 3426 dell’11.02.2009. Intervento edilizio che, come sopra sottolineavo, si sarebbe dovuto attuare con l’edificazione di n.20 alloggi per edilizia sociale a favore di anziani e giovani coppie (60 mq. ad abitazione); e, ancora, n.20 locali uffici di mq. 48 ciascuno; n.20 box auto interrati; n.45 parcheggi a quota stradale e 52 interrati; una struttura a mercato classificato M2 di mq. 1015 di cui 800 mq. coperti; oltre a due locali commerciali di mq. 160 ciascuno; un parco giochi di mq. 50, attrezzato; un locale di mq.160 da consegnare, a titolo gratuito, al Comune concedente la Zona edificabile.
E, inoltre, il Collegio giudicante ha pure dichiarato che anche se la convenzione stipulata non escluda la possibilità di variante al progetto del quartiere a residenza popolare, aggiudicato tramite gara pubblica alla impresa Marcotriggiano, la modifica è ammissibile solo se ritenuta utile all’interesse pubblico, non potendo intravedersi uno iusvariandi in capo al soggetto concessionario che lo richiede per soddisfare interessi individuali.
- Precluso ogni sbocco per via giudiziaria al raggiungimento dell’obiettivo di costruire nella zona PEEP n.20 case vacanza, al posto dei 20 locali ufficio, la s.r.l. Marcotriggiano ha invertito la rotta ed è tornata ad appellarsi nuovamente alla Amministrazione comunale in persona del Sindaco Depalma. Proprio lui che, a maggio 2013, insieme agli stessi due Assessori, con la Delibera giuntale n.104 del 23 maggio 2013, aveva respinto nettamente la proposta di variante al Piano costruttivo contrattualizzato nel febbraio 2010. Ne è passata da allora acqua sotto i ponti!
E,torniamo all’attualità.
Frequentazioni per tentativi di un possibile accordo, suppongo, siano intercorse tra Depalma e il titolare della impresa Marcotriggiano, dopo la sentenza del Consiglio di Stato (pubblicata a fine giugno 2018), per individuare lo schema amministrativo più confacente a soddisfare l’interesse di quest’ultimo a poter costruire le case vacanza in area PEEP, ceduta in proprietà dal Comune. In questa prospettiva, credo, vada intravisto l’approntamento della Deliberazione di Giunta n.13 del 24 gennaio 2019 che lanciava l’allarme dell’emergenza abitativa e la necessità di provvedere, quanto prima, a disporre di abitazioni sociali, come segnalato ai Dirigenti comunali di fornire concrete consulenze a riguardo. E, infatti, immediatamente, già ad aprile scorso, l’arch. Serena Vitagliano cui, tra l’altro, l’ing. Trematore, contemporaneamente, ha ceduto, con un lauto compenso, l’uffico, da lui detenuto, della Direzione del Restauro della Villa Comunale e l’incarico della modifica della originaria progettazione di quell’intervento, ha tracciato il nuovo programma edilizio da portare a termine dalla s.r.l. Marcotriggiano nell’area PEEP. Il relativo Progetto costruttivo prodotto dall’architetto, appena menzionata, è stato fatto proprio dalla impresa interessata e presentato con nota n.6666 del 26 aprile al Comune che l’ha recepito come richiesta del titolo edilizio n.280/2019. Il 27 giugno u.s., dopo appena un mese, su sollecitazione dei due Assessori, Sollecito e Stallone, quel nuovo programma edilizio dell’arch. Serena Vitagliano viene ritenuto corrispondente agli interessi dell’Amministrazione, rivolti alla soddisfazione della crescente richiesta abitativa sul territorio, e lo si approva con la delibera di Giunta n 97/2019, dietro il parere tecnico positivo dell’ing. Trematore. E, stando a quanto affermato dagli stessi Assessori proponenti, il piano edilizio dell’arch. Vitagliano soddisfa compiutamente i propositi, formulati dal deliberato giuntale n.13 di gennaio 2019, valendosi di un sostanzioso approccio metodologico del social housing.
Eppure il progetto prevede complessivamente la costruzione soltanto di 41 alloggi ad edilizia residenziale sociale con n.7 locali per servizi a residenza e il famoso locale di 160 mq. da trasferire gratuitamente al Comune oltre, naturalmente, a n. 13 residenze turistiche che, per circa dieci anni, è stato oggetto della controversia giudiziaria tra l’impresa Marcotriggiano e il Comune. Scompaiono, dunque, i parcheggi interrati e di superficie, la struttura Mercato M2 con gli altri due locali commerciali, il parco giochi, i box auto e i 20 locali ad uso ufficio di mq. 48 ciascuno. Si realizzerebbe, secondo questa nuova impostazione costruttiva, un comprensorio costituito preminentemente da unità abitative di tipo sociale con sette locali servizi a residenza, oltre alle 13 residenze turistiche, pretese dalla impresa Marcotriggiano, e il locale da consegnare al Comune. A giustificazione di questo quadro di urbanizzazione dell’area PEEP C 4.1, sempre i due Assessori, affermano, nella loro relazione alla Giunta del 27 giugno scorso, che il Servizio Urbanistica avrebbe svolto una verifica puntuale degli standards urbanistici e dei servizi alla residenza già presenti nella Zona di completamento PEEP (B3) e di espanzione PEEP (4) del vigente PRGC.Da tale indagine sarebbe emerso che i servizi già in essere sarebbero tali da compensare quelli non più previsti per i costruendi due lotti S1 e S2 di pertinenza della s.r.l. Marcotriggiano (PEEP C4.1). Il documento citato, dal titolo “Ricognizione delle dotazioni minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico e a parcheggi (standards pubblici)”, purtroppo, pur essendo di riscontro a suffragare il recente concepimento edificatorio della zona C4.1, non viene allegato alla Delibera,n.97/2019, di approvazione del Piano dell’arch. Serena Vitagliano. E anche le tavole tecniche illustrative e la relazione di progetto non sono state poste alla visione degli altri Assessori. La decisione dell’organo collegiale della Giunta è avvenuta subito dopo l’ascolto della esposizione dei due Assessori, Sollecito e Stallone.
E’ indubbio che la realtà edificatoria che si è sviluppata nella parte di territorio destinata dal PRGC all’edilizia popolare e ai servizi comuni, a distanza di qualche decennio da quando ebbe a configurarsi il Piano di Zona PEEP (Delibera Consiglio Comunale n.83 del 22 dicembre1998), presenti esigenze di linee urbanistiche più adeguate alle attuali necessità e, comunque, di infrastrutturazioni più consone ad una diversa modalità abitativa da introdursi per il completamento di quel comprensorio. Ma tale diversa pianificazione residenziale in una visione urbanistica che consideri al meglio le effettive aspettative abitative che nutrono i nuclei familiari più deboli, ha bisogno di una ben più approfondita analisi socio-economica e una corrispondente concezione dello sviluppo incrementale delle residenze sociali. Non può essere che il tutto si risolva con l’orientarsi alla concordanza con la proposta edilizia della soc. Marcotriggiano che si è resa disponibile a raddoppiare il numero delle unità abitative popolari, allo scopo di ottenere il beneplacito a conseguire il suo,da sempre, manifestato intento di edificare residenze turistiche sul sito.
E poi, considerato che la questione investe in modo esteso la pianificazione urbanistica di aree che hanno già una loro disciplina tecnica, perché mai deve essere Tom e i due soli dignitari di Palazzo ad avere il potere di fare tali scelte e non il Consiglio comunale, che si avvale anche dei pareri delle Commissioni consiliari, competenti per materia, cui sono presenti anche esperti esterni?
E’ in questa forma democratica che si realizza la tanto propagandata partecipazione degli amministrati alle più importanti decisioni gestionali della città!
E’ per tale ragione che mi permetto di suggerire all’ing.Trematore di produrre una formale comunicazione della vicenda a ogni singolo consigliere comunale. Perchè, secondo il dispositivo giuntale n.97/2019, cui, in qualità di Dirigente dell’Urbanistica, è chiamato a dare esecuzione, dovrà, senz’altro, ricontrattare un’altra convenzione, dopo aver azzerato con uno specifico provvedimento di revoca la pattuizione n.2478 del 5 febbraio 2010,in base alla quale la s.r.l. Marcotriggiano è rimasta inadempiente in tutti questi anni. Senza la stipula di un nuovo negozio che riformuli il trasferimento del diritto della proprietà dei suoli in cambio di un diverso piano edilizio non potrà rilasciare i permessi a costruire i manufatti secondo la recente pratica edilizia n.280/2019 presentata della s.r.l. Marcotriggiano.
La notifica del seddetto nuovo programma edificatorio ai consiglieri comunali, naturalmente, dovrà essere corredata della relativa ed integrale documentazione del progetto medesimo e dalle sue valutazioni tecniche di compatibilità dello stesso con le disposizioni vigenti in materia e con la disciplina del Piano Regolatore.
Tanto perché i consiglieri comunali possano avvalersi della facoltà loro riconosciuta dall’art. 10, c.2 della L.R. n.21/2011 di far propria la competenza funzionale ad approvare il nuovo piano edilizio della s.r.l. Marcotiggiano dopo averne analizzato la consistenza edificatoria del nuovo intervento costruttivo. Non può essere loro sottratto il compito di vagliare,nell’interesse pubblico generale, la valenza dell’intervento e, specificatamente,la sua completa osservanza alle prescrizioni del D.M. 2 aprile 1968, n.1444, particolarmente, quelle dell’art.3, c.3, come pure il rispetto degli indici di fabbricabilità e delle dotazioni di spazio pubblico così come riportati nella Deliberazione del Consiglio Comunale n. 28 del 7 agosto 2008. Salvo che con altra loro deliberazione non convengano di rimodulare diverse misure che possano ritenersi più utili e convenienti per lo sviluppo urbanistico di quell’ambito territoriale.
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