Vacanze estive: suggerimenti per gestire il rapporto dei bambini con la Tv
Consumato il pranzo con un pò di fretta, ogni giorno il piccolo Michelino si allontana velocemente da tavola per tuffarsi sul divano della sala da pranzo e guardare comodamente la Tv. Quando vengono trasmessi i suoi cartoni animati preferiti, il bimbo sembra quasi "ipnotizzato": se qualcuno gli pone una domanda lui non risponde, quando la mamma lo esorta a mangiare ancora un pò di frutta, lui sembra non sentire la sua voce. Ha occhi e orecchie solo per la TV!
Mamma Maria e papà Franco si chiedono se sia "normale" che alcuni programmi televisivi possano catturare così tanto l'attenzione del loro piccolo, e sono incerti su come gestire questa situazione: tanti esperti dicono che la televisione è dannosa per i bambini e che non bisogna guardarla per troppo tempo. Ora che Michelino è in vacanza, però, il tempo libero a disposizione è tanto e non ci sono compiti scolastici da svolgere: è sbagliato consentire che si immerga nei suoi amati cartoni?
In questo secondo appuntamento della rubrica "Genitori e Figli", la vignetta di Michelino e della sua famiglia (storia di fantasia) presenta il tanto discusso binomio "bambini e televisione".
Molti professionisti nell'ambito dello sviluppo infantile hanno espresso il loro parere in merito all'eventuale dannosità della televisione per una crescita sana, eppure sembra che i dubbi, le perplessità e le preoccupazioni dei genitori più attenti non si siano affatto attenuati.
Nel periodo estivo, quando le scuole sono chiuse ed il tempo libero è tanto, la gestione del rapporto dei più piccoli con la televisione può diventare ancora più difficile, muovendo ulteriori interrogativi su come comportarsi, su quali regole adottare e su come metterle in pratica nei momenti di vita quotidiana fatta anche di stanchezza, capricci e dissapori.
Non esistono regole assolute e valide in ogni circostanza e situazione, ciò nonostante è possibile fare riferimento ad alcune linee guida, utili per orientarsi.
Fino ai 18 mesi (circa) di età il tempo passato a guardare la televisione dovrebbe essere ridotto al minimo perchè in questa fase il bambino ha necessità di fare esperienze che stimolino tutti i cinque sensi; a partire dai 18 mesi (circa) di età in poi, invece, l'utilizzo della televisione e di altri strumenti tecnologici è consigliabile perchè fonte di apprendimento e di nuove conoscenze.
Qualunque sia l'età del bimbo, però, ciò che più conta è il ruolo dell'adulto, determinante affinchè la tecnologia sia strumento arricchente e non, al contrario, dannosa.
All'adulto infatti dovrebbe spettare il compito di regolamentare l'utilizzo degli strumenti tecnologici, cioè stabilire quando usarli, dove, per quanto tempo. Per esempio, la televisione non dovrebbe essere guardata per troppe ore al giorno, non dovrebbe essere tenuta accesa durante il consumo del pasto principale (il pranzo o la cena, a seconda delle abitudini della famiglia), e dovrebbe essere evitata come rituale di addormentamento.
Queste indicazioni sono importanti ma possono essere applicate in modo flessibile, ed ogni famiglia può scegliere di fare qualche eccezione in base alle specificità dell'organizzazione, del lavoro o agli imprevisti. Per esempio, se ogni tanto mentre si pranza si decide di guardare insieme un breve cartone animato, oppure se la mamma rientra eccezionalmente più tardi dal lavoro e il bambino si addormenta sul divano guardando la tv tra le braccia del papà, non casca il mondo!
Ciò che è invece fondamentale è che il bambino non utilizzi la televisione o gli altri strumenti tecnologici in solitudine, ma condivida questa esperienza con un adulto di riferimento.
Il genitore che guarda un cartone animato insieme a suo figlio può condividere con lui le emozioni vissute dai personaggi favorendone la comprensione e l'elaborazione, attraverso semplici commenti come "mamma mia che spavento!", oppure "il personaggio ce l'ha fatta! Evviva!", oppure ancora "uffa, che rabbia, quanti dispetti gli stanno facendo!". Dalla storia di un film si può trarre un argomento di cui parlare, e insieme si può avere il pretesto per raccontare ai nonni o agli amici, alla sera, il programma guardato, sostenendo nel bambino lo sviluppo dei processi di rappresentazione. Può essere molto utile, inoltre, mimare un gesto, un movimento o un ballo visto nel film, passando così da una visione totalmente passiva ad una esperienza corporea attiva.
Certo, può anche capitare che un bambino guardi da solo un cartone animato o faccia da solo un gioco sul tablet, ma è sempre opportuno che il genitore faccia sentire la sua presenza, anche a distanza, magari manifestando curiosità o interesse per l'attività svolta dal bambino.
Fare dell'utilizzo della televisione e degli altri strumenti tecnologici un'esperienza di condivisione riduce al minimo l'effetto "ipnotizzante", accentua gli aspetti arricchenti.
Dunque, durante il periodo estivo, è sicuramente importante evitare che i bambini trascorrano troppe ore al giorno davanti alla televisione, ma è ancora più importante non lasciarli soli in questa esperienza.
L'appuntamento della prossima settimana sarà dedicato al ruolo di filtro che l'adulto dovrebbe svolgere nella selezione dei programmi, film o videogiochi adatti ai bambini.
dott.ssa Mariapia D'Attolico
psicologa dell'infanzia e dell'adolescenza
mariapia.dattolico@gmail.com