E' giusto che i bambini maneggiano i soldi? A quali condizioni?
Quest’estate sta capitando per la prima volta che, quando alla sera va in piazza con i suoi genitori, Michelino si allontana da loro per giocare con degli amichetti. A volte torna dai genitori per chiedere dei soldi per comprare un gelato, e va alla gelateria senza di loro, che lo guardano a distanza. Il nostro Michelino sta proprio crescendo, ormai ha 8 anni! Mamma Maria e papà Franco vedono con soddisfazione che è sempre più autonomo, e si chiedono se può essere il caso di cominciare a dargli una paghetta fissa. Ma qual è l’età giusta per cominciare a gestire dei soldi? Devono essere gli adulti ad occuparsi di queste cose, oppure il valore dei soldi va insegnato e trasmesso anche ai bambini?
Bentornati alla nostra Rubrica “Genitori e Figli”. Ci dedichiamo questa settimana ad una questione che sicuramente, così come mamma Maria e papà Franco della nostra vignetta di fantasia, tanti genitori si saranno posti: è utile o no dare ad un bambino dei soldi da gestire?
Le opinioni a tal riguardo sono molto diverse: alcuni pensano che ai bambini non bisogna parlare di soldi, perché il denaro è una “cosa da grandi”; altri pensano che i bambini debbano capire che, al giorno d’oggi, ogni cosa ha un prezzo e i soldi sono importanti.
Possiamo innanzitutto chiarire che, all’incirca a partire dai 7 anni d’età, è molto utile spiegare ai bambini, in termini semplici, da dove proviene il denaro e a cosa serve. Spiegare che i soldi vengono dal lavoro di mamma e papà, e che servono per comprare il cibo, i vestiti, i giocattoli o i libri, per esempio, è utile perché nel bambino cominci a formarsi l’idea che il denaro è uno strumento, e non un fine. Si imposta così un corretto rapporto con il lavoro, con il denaro e con il suo utilizzo.
Paghetta: sì o no?
Dare la paghetta ad un bambino, quantitativamente proporzionata all’età, alle possibilità e al contesto socio culturale in cui si vive, contribuisce a far sentire il bambino un membro importante della sua famiglia e coinvolto nel lavoro dei genitori. La paghetta sostiene inoltre lo sviluppo dell’autonomia, perché stimola il bambino a pensare e scegliere come utilizzare quei soldi, se comprare qualcosa o metterli da parte. Il bambino può, man mano, sviluppare la capacità di tollerare un’attesa rispetto alla realizzazione di un desiderio: impara così che non si può avere “tutto e subito”, ma che per realizzare qualcosa serve tempo e servono dei mezzi che non sono sempre disponibili.
Paghetta: quando e come?
La paghetta dovrebbe essere elargita con regolarità, per esempio sempre nello stesso giorno della settimana, per dar modo al bambino di imparare a gestire i soldi in un periodo temporale, imparando ad aspettare e a spendere i soldi che ha a disposizione. E’ importante che la paghetta venga data indipendentemente rispetto agli eventi esterni, non dovrebbe essere soggetta a punizioni, o essere considerata un premio per un successo scolastico o per un lavoretto fatto in casa: questo significherebbe dare al denaro troppa importanza, farne un’arma di ricatto e renderlo un parametro di scelta nella vita futura.
E’ comunque molto importante dialogare con il bambino riguardo il modo in cui sceglie di utilizzare la propria paghetta, non lasciandolo completamente solo nella gestione dei suoi soldi. Si può parlare insieme delle diverse possibilità di utilizzo, pur sempre rispettando le sue scelte e consentendogli di fare le sue esperienze.
Appuntamento alla prossima settimana!
dott.ssa Mariapia D’Attolico
psicologa dell’Infanzia e dell’Adolescenza
mariapia.dattolico@gmail.com