IL SINDACO DICE NON C’E’ IL “TUTTO ESAURITO” E DESTINA PURE UN’AREA DEDICATA ALLE INUMAZIONI PER UN MONUMENTO FUNERARIO PRIVATO.
Quella della penuria di fosse cimiteriali, è un’altra desolante commedia depalmana che concorre a contornare sempre più di inquietanti quanto sconvolgenti aspetti l’esercizio del governo della città. Da un verso molto preoccupanti per l’acclarata conflittualità generatasi anche tra gli stessi organi direzionali dell’apparato gestionale di palazzo, e dall’altro per lo sconsiderato piglio autoritario che anima il Sindaco in molte sue personali iniziative ed azioni di favore in contrasto con gli interessi generali.
La notizia che al cimitero stanno venendo a mancare, già da qualche tempo, i posti per soddisfare le sempre maggiori richieste di sepolture sotto terra, non la ci si è inventata, ma la si è appresa, in maniera del tutto eloquente, dalla controversa Delibera di Giunta n.111 del 14 luglio scorso, adottata dal Sindaco insieme ad altri soli tre Assessori. Per chi non è a conoscenza del contenuto di questo dispositivo giuntale, o non ha avuto voglia e modo di prendere visione del mio scritto di qualche settimana fa, dal titolo “Cimitero: è di nuovo emergenza sepolture”, trattasi di una determinazione voluta dal Sindaco per decretare l’annullamento di una precedente sua delibera giuntale, la n.180 del 26 agosto 2013, avente ad oggetto: l’“Approvazione del progetto di completamento delle Zone VI e VII dell’ampliamento del Cimitero Comunale e autorizzazione alla proroga del Contratto di Servizi Integrati, Rep. n.1903 del 15.03.2007, stipulato con la società Italstudi s.r.l. di Roma”.
In breve, alla scadenza del contratto di appalto dei lavori di ampliamento del Cimitero (14.03.2012), eseguito dalla società Italstudi col sistema del Project Financing, non tutti i suoli lottizzati nel recinto della VII Zona fu possibile assegnare ai privati per costruirvi cappelle gentilizie secondo il modulo tipo descritto nel piano edilizio. Si convenne, pertanto, tra il Comune e la società appaltatrice di rinnovare l’accordo, apportando una modifica al progetto originario, in modo che si potesse realizzare sui suoli non assegnati la costruzione di n.72 edicole unifamiliari, di 4 loculi e 4 urne, al prezzo di concessione, tutto compreso, di €/cad. 19.470,00, e destinare il restante terreno, della metratura di 26,70x6,70, a campo di inumazione per ulteriori 40 nuovi posti. L’accordo, appunto, trasfuso nella delibera n.180/2013 che procrastinava la valenza per altri cinque anni del contratto d’appalto già scaduto, avrebbe permesso alla società Italstudi di recuperare la somma di € 941.424,55, IVA inclusa, che gli sarebbe spettata dalla cessione dei restanti lotti non assegnati della VII Zona. Il Comune, in cambio, avrebbe acquisito la disponibilità di altre 40 sepolture in terra, oltre all’allestimento infrastrutturale dei servizi sul nuovo sito cimiteriale.
Che la decisione di luglio scorso, intrapresa per chiudere ogni rapporto con la soc. Italstudi e abbandonare il progetto di variante della Zona VII cimiteriale, lasci intravvedere qualche sospetto sulle causalità che hanno indotto Depalma ad annullare il precedente suo atto, dopo ben tre anni, non lo si può escludere.
Ed anzi all’Osservatorio per la Legalità e la Difesa del Bene Comune che gli ha richiesto delucidazioni sulla ridotta capacità dell’impianto cimiteriale per le sepolture in terra, Depalma, con uno suo preciso comunicato dell’8 agosto scorso ha dato rassicurazioni che non v’è nessun allarme per le inumazioni perché sono in approntamento nuove aree. Ma il contenuto della sua risposta è stato, piuttosto, rivolto a spiegare le ragioni apparenti per cui si è presa la decisione di annientare quel progetto a completamento dell’ampiamento cimiteriale. Ha voluto, infatti, puntualizzare che alla delibera di annullamento in autotutela del 14 luglio scorso “si è giunti dopo un lungo lavoro amministrativo ed è servita a dipanare una matassa molto complicata che risale al 2007 in cui si decise di ampliare il cimitero con un contestabile sistema di project financing”.
Come suo solito, ancora una volta, ha tentato di scaricare ad altri responsabilità di situazioni amministrative ritenute disastrose, dando, peraltro, a manifestare che lui è costretto a porre i necessari rimedi come un salvator patriae. Per il caso di specie, però, questo suo modo di fare è completamente fuori posto, perché ha dovuto correggere un pregresso da lui stesso messo in piedi, facendo ricorso all’istituto dell’annullamento in autotutela, col dichiarare illegittima la decisione assunta, precedentemente, con atto di Giunta del 26 agosto 2013, che riteneva all’epoca congrua e utile per gli interessi del Comune.
Riguardo poi agli asseriti vizi di legittimità e di competenza che sarebbero alla base della decisione di annullare completamente gli effetti della delibera n.180/2012, Depalma ci ha tenuto a ribadire che sono state acquisite nel merito pertinenti pronunciamenti del Segretario Generale del Comune e, particolarmente, del Dirigente del locale Servizio Economico-finanziario, oltre naturalmente al responso della consultazione richiesta in proposito all’Avv. Saverio Profeta. Sul punto sono indotto a sorvolare su quanto possa aver ufficialmente dichiarato il Segretario Generale, dopo che a detta posizione dirigenziale, per chiaro dettato normativo, è stata sottratta la sua fondamentale funzione di garante della legittimazione dell’azione amministrativa, per essere stato affidato alla figura del Dirigente Comunale il compito di condurre la gestione delle attività operative abbinando il rispetto dei criteri di imparzialità e trasparenza dell’agire amministrativo, all’osservanza dei canoni giuridici e contabili posti a tutela del bene pubblico. E, di fatto, il Dirigente del Settore Finanziario non si è potuto sottrarre dal rilasciare al Sindaco Depalma, in data 3 marzo 2015, un circostanziato annotamento, infarcito da un nutrito richiamo a pronunce giurisprudenziali, circa gli indiscutibili elementi di diritto che inficerebbero la valenza e l’efficacia della delibera giuntale n.180/2012. E in quella sua lunga disamina non ha tralasciato, neppure, di annotare che quella proposta di delibera, a posteriori da lui reputata viziata, era stata trasmessa alla Segreteria per l’approvazione della Giunta senza essere stata posta al suo vaglio per il necessario visto di regolarità contabile da parte del Dirigente proponente, l’Arch. Vincenzo Turturro, allora preposto alla Direzione del 3° Settore. Così pure non considero significativo per questo mio esposto la dettagliata e complessa disquisizione dell’Avv. Profeta che ha spaziato il suo giudizio, perfino, sull’intero articolato percorso amministrativo che portò all’aggiudicazione dell’appalto alla Italstudi s.r.l..
Sulla vicenda, invece, intendo soffermarmi a considerare l’azione di vigilanza contabile posta in essere dal Settore Finanziario nel percorso procedurale che ha seguito il deliberato 180/2012 che, solo oggi, è stato reso nullo con le inevitabile reazioni di rivalsa risarcitoria da parte della Italstudi s.r.l. per il mancato incasso spettante dalle cessioni dei lotti non assegnati, secondo il dettato dell’art.4 del contratto d’appalto rep. n.1903/2007. Meraviglia ha suscitato, infatti, la circostanza che il Dirigente del Settore Finanziario esprima il suo avviso di illegittimità della delibera n.180/2012 solo nel marzo del 2015, dichiarando di non aver avuto prima la possibilità di valutare il contenuto dell’atto per farne emergere le incongruenze del dispositivo varato dalla Giunta, il 26 agosto 2013. A fronte di tale affermazione, personalmente, rilevo che il Dirigente medesimo nell’apporre il visto di regolarità contabile alle delibere, di Giunta prima e del Consiglio poi, che approvavano il programma delle Opere pubbliche relative all’anno 2014, quell’intervento al cimitero per l’importo complessivo di € 520.415,45 -“Realizzazione dell’Impianto VII Zona del cimitero”- ad apporto interamente privato, appariva in tutta evidenza nell’ordine delle priorità di esecuzione dei Lavori Pubblici.
Nella scheda che elencava le Opere Pubbliche da mettere in cantiere nel 2014 figurava anche quella del completamento del Cimitero ed era posta come prioritaria, alla stessa stregua della bonifica delle Ferriere e della costruzione del CCR (Centro Raccolta Rifiuti). Un finanziamento privato per la realizzazione di una Opera Pubblica non può rimanere ignoto al Settore Finanziario; era preciso compito di quell’ufficio prenderne cognizione anche per verificarne il dispositivo fontale che avrebbe comportato la registrazione contabile dell’apporto economico di provenienza esterna al bilancio comunale. Ma quella verifica non sembra sia avvenuta, neppure, l’anno scorso dopo che il Dirigente Finanziario si era già espresso, a marzo, sulla illegittimità della delibera n.180/2012 e che richiamava l’impegno economico a carico della soc. Italstudi per il completamento del VII comparto cimiteriale. La Delibera consiliare dell’agosto 2015, n.48/2015, per l’appunto, corredata dei pareri di regolarità tecnica e contabile dei rispettivi Dirigenti del 2° e 3° Settore, riporta chiaramente, alla seconda riga dell’Elenco Lavori, per l’anno 2015, la realizzazione della VII Zona cimiteriale per l’importo di € 520.415,45. Tra l’altro è ben in vista il fatto che l’opera doveva essere interamente finanziata con risorse private, come certificato alla Scheda n.1 della stessa Delibera a firma dell’ing. Trematore alla voce “Entrate acquisite mediante apporti di capitali privati”.
E, dunque, mi pare del tutto appropriato chiedersi perché si è continuato a dare pubblica esposizione, mediante l’inserimento nei programmi delle Opere Pubbliche, ad un consistente investimento il cui atto propositivo a livello politico (Delibera 180/2012) veniva eccepito illegittimo dalla dirigenza comunale? Non era stata data informativa scritta al Sindaco, a marzo del 2015, da parte del Dirigente Finanziario con l’esplicita dichiarazione che il progetto di completamento cimiteriale, concordato con la Italstudi, era del tutto impraticabile perché convenuto dopo la scadenza dell’originario contratto d’appalto prot. n.1903/2007? Come mai quelle riserve tecniche del Dirigente Finanziario riguardo ad elementi di illegittimità di un così importante progetto, interamente finanziato con capitali privati, ed inserito ripetutamente nei piani comunali per gli anni 2014 e 2015, non sono state rese note ai componenti delle Commissioni Consiliari che vagliano le proposte delle delibere consiliari ed agli stessi Consiglieri a cui è stata sottoposta l’approvazione di quei Programmi annuali delle Opere Pubbliche? Non ricorreva, non di meno, l’obbligo del Dirigente annotare nella formalizzazione delle proposte da deliberare il suo avviso riguardo alla regolarità o meno di un finanziamento esterno perché il Consiglio potesse valutare al meglio la approvazione di quella notevole realizzazione che avrebbe completato l’ampliamento del cimitero?
E’ chiaro, da tempo lo vado ripetendo, il Consiglio Comunale è ridotto a fare da mera copertura a quanto autoritariamente dispone il Sindaco.
Questo modo di governare la città da parte dell’organo politico che si arroga il potere assoluto di decidere ogni cosa anche delle modalità procedimentale degli atti, prescindendo dalla valutazione sui meriti tecnici e funzionali propri della professionalità dirigenziale, rappresenta una grossa stortura applicativa del sistema organizzativo presso il nostro Comune. Ne è, appunto, la dimostrazione più lampante quanto si registra proprio degli esiti della Delibera n.111 del 14 luglio scorso che è stata adottata dalla Giunta in termini difformi dalla prospettazione originaria fatta dall’ arch. Turturro, Dirigente che sovrintende alla gestione del Patrimonio comunale e che, per la circostanza, si è astenuto dal dare il suo parere di regolarità tecnica al deliberato in contesto.
E, difatti, mentre il Sindaco ripete con i suoi comunicati che non c’è da preoccuparsi, in alcun modo, perché saranno reperiti altri spazi da attrezzare a campo di inumazione, il Dirigente con il suo scritto enunciativo del mancato parere di regolarità tecnica alla Delibera 111/2016, ha dichiarato formalmente che attualmente non vi sono all’interno del cimitero aree cui poter ricavare posti per sepolture in fosse.
A chi credere?
Pur volendo convenire con quanto assicura il Sindaco, non è per niente immaginabile che un campo di inumazione si possa creare dalla sera alla mattina, viste le condizioni standard di agibilità imposte dalla normativa nazionale e regionale in proposito. Ma forse Depalma pensa già a escogitare uno dei suoi stratagemmi aggiranti le norme, che poi, per una ragione o per altra, incappano in intoppi insuperabili.
Tuttavia quello che più sorprende di questa vicenda è che, pur di fronte ad una carenza di disponibilità di campi di inumazione, statisticamente rilevata dagli stessi addetti ai lavori, come desunto dalla delibera n.111/206, Depalma si è arrogato il potere di assegnare gratuitamente ai congiunti del dott. Francesco Milillo uno spazio della metratura di 2x3 per la costruzione di una stele funebre a memoria dell’ex Sindaco. Ha fatto confinare l’area nell’ambito del campo di inumazione riservato alle sepolture di infanti, situato nella II Zona del cimitero storico, e ne ha disposto, con una recentissima Delibera di Giunta, l’assegnazione perpetua a titolo gratuito ai famigliari perché possano erigere un monumento funebre che accolga le spoglie dell’ex Sindaco Milillo, deceduto il 2012, e ne richiami la sua figura esemplare di amministratore al servizio dei cittadini.
Decisamente mi astengo, data anche la vicinanza del periodo in cui ha governato il dott. Milillo (1976-1990), da ogni annotazione sulle doti proprie e qualità attitudinali dell’autorevole personalità, in funzione delle quali la Giunta ha ritenuto di poterlo “annoverare tra i personaggi illustri di Giovinazzo”. Non posso, però, esimermi dall’appuntare che una simile edificante attestazione dell’ex Sindaco Milillo, per la finalità cui è servita, doveva, piuttosto, esprimersi come riflesso di una attenta analisi storico-politica ben più ampia ed approfondita, magari condotta da una speciale commissione di esperti di storia e di cultura cittadina, investita dal Consiglio Comunale. E ciò, a giustificazione della speciale prerogativa che la Giunta, dietro insistenza di parte, è stata indotta ad elargire con l’accordare una tantum l’assegnazione perenne di un suolo cimiteriale riservato ad altro utilizzo e ad esclusivo vantaggio della intera comunità che oggi soffre proprio di carenza di sepolture in terra. Se proprio Depalma voleva dare memoria ad un ex Sindaco, consentendo la edificazione di una sepoltura monumentale fuori dalle aree cimiteriali destinate alla costruzione di tombe private, avrebbe dovuto sentirsi obbligato a ricordare, con un segno tangibile, anche gli altri sindaci, lì sepolti, parimenti meritevoli di onorificenza per il mandato da loro assolto.
E ce ne sarebbero di figure di primo cittadino, anche distanti dal nostro tempo, oltremodo degne di essere segnalate alla memoria dei posteri. Una grande lastra in marmo, all’ingresso principale del Cimitero con l’iscrizione di chi è stato a capo della città ed ivi riposa, sarebbe stato veramente un gesto indiscusso di grande apprezzamento, se non altro, per la significativa sensibilità civica, ma soprattutto per la disinteressata riconoscenza di accomunare in un unico memoriale coloro che hanno svolto un impegno di servizio pubblico, a volte anche gravoso, per la gestione del bene comune.
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