Ormai,da tempo, è fuori dalle cronoche cittadine la travagliata questione della discarica di San Pietro Pago che, dopo la sua chiusura, intervenuta con la revoca da parte dal Comune della Concessione, stipulata in data 26.09.2003, rep. n. 60387, con la SPEM, cui subentrò dapprima la Daneco S.p.a., poi Daneco Impianti S.r.l., non ha mancato di destare forti preoccupazioni circa il grave danno ambientale incombente sull’intera area. L’abbandono completo di ogni attività presso la discarica da parte della soc. Daneco ebbe a provocare l’inesorabile minaccia di inquinamento delle falde acquifere a motivo del percolato non controllato e della mancaza di copertura dei siti di abbancamento dei rifiuti, cui fu costretto farsi carico il Comune, con il soccorso della Regione,attuando ogni utile intervento per evitare tale rischio. E’ noto, infatti, che la Soc. Daneco, già in liquidazione volontaria, a valle della trasformazione della sua forma giuridica da “S.p.A.” a “S.r.l.”,messa in atto per salvare le fortune di proprietà e gli azionisti,era stata, comunque,sottoposta a procedimento fallimentare presso il Tribunale di Roma con procedura n.323/2021. Da poco si è concluso detto procedimento con il pronunciamento del Giudice Delegato, in data 05.09.2022,che ha dato certificazione dello stato di passività della società fallita e della ripartizione dei ristori a favore dei tanti creditori della stessa,secondo quanto disposto dall’Ufficio di Curatela.Così si è venuti a conoscenza che al Comune di Giovinazzo è stata riconosciuta l’ammissione di un credito pari a Euro 979.064,84 a fronte di Euro 31.352.432,40 quale importo richiesto con istanza di insinuazione da parte del legale dell’Ente.Il valore dell’importo preteso dal Comune, in sede di procedura fallimentare, era stato calcolato in ragione dei costi da fronteggiare per dar corso all’esecuzione di tutti quegli adempimenti non assolti dalla soc. Daneco,secodo quanto prescritto dalla Determina Dirigenziale regionale n. 507/2009. E, nello specifico erano state computate le spese necessarie per gli interventi da attivarsi per provvedere alla chiusura e post-chiusura di tutti i lotti della discarica, in sostituzione della soc. Daneco cui era obbligata a norma dell’art. 8 del richiamato contratto pubblico di concessione del servizio del 26.09.2003, rogito n. 60387. Somme che sembra non si siano potute recuperare neppure con l’incameramento delle garanzie fideiussorie, a suo tempo prestate, stranamente risultate compromesse a motivo di poco chiare ragioni di non valida copertura finanziaria delle stesse.
Se c’è un esempio di cosa possa significare la gestione privatistica di un servizio pubblico essenziale a favore dei propri interessi particolari, questo è senz’altro riconducibile alla disastrosa parabola fallimentare della Daneco. Società che a Giovinazzo non solo provvedeva alle attività di spazzature e di nettezza urbana ma che deteneva la gestione della discarica di San Pietro Pago (Lotti I,II,III e VI) dopo che questa era stata trasferita dal precedente gestore alla proprietà comunale. E, ancora,era anche appaltatrice, sempre sullo stesso sito di San Pietro Pago, della concessione per la costruzione e l’esercizio del centro di selezione e di biostabilizzazione dei rifiuti urbani provenienti dai Comuni del Bacino Ba/2, impianto giammai realizzato.
Alla notifica del riconoscimento del credito chirografario di appena Euro 979.064,84, l’Amministrazione Sollecito, su imput del proprio legale, ha deciso di proporre opposizione al Decreto del Giuduce Delegato del 05.09.2022, ritenendo che un più puntuale ricontro, mediante il CTU, delle operazioni necessarie per portare a termine la chiusura delle zone di stoccaggio dei rifiuti e le stesse attivutà di post-chiusura dell’intera area della discarica, porterebbe a rideterminare un importo più consistente in favore del Comune.
Personalmente dubito che l’azione di opposizione al Decreto del Giudice fallimentare possa conseguire un’apprezzabile rivalutazione del credito spettante al Comune, attesa la consistenza debitoria che la soc. Daneco aveva accumulato nei confronti di Enti e aziende fornitrici di servizi, inclusi nell’elenco dei creditori cui tra l’altro sembra figuri il fisco e gli Istituti previdenziali ed assicurativi. Senza considerare, peraltro, l’ulteriore esborso, a carico delle casse comunali, per le spese legali a favore dell’Avvocato Salvatore Campanelli che patrocina il Comune sin dall’esplicarsi del concordato preventivo, richiesto dalla Daneco S.r.l., già in liquidazione volontaria nel 2017, e ammesso dal Tribunale fallimentare di Roma con Decreto del 26 luglio 2018.
Commenti